Losone, 14.8.07
Allah e il Dio dei
cristiani sono lo stesso
Dio?
Nella
nostra “querelle”
concernente gli appelli
alla preghiera lanciati
dai muezzin dall’alto
dei minareti, a Enrico
Morresi non è piaciuta
la mia risposta e in
particolare il passaggio
in cui sostenevo che
il Dio invocato dai
musulmani, cioè Allah, è
un Dio diverso da quello
dei cristiani. A tal
punto non gli è piaciuta
che se l’è presa
con la redazione del
giornale ricordandole
una presa di posizione
del Consiglio della
stampa che invitava i
media a “non dar corda
a espressioni a ruota
libera che seminano
zizzania e
incomprensione fra
persone, gruppi, etnie,
religioni” e invitando
le redazioni che
ricevessero simili
scritti ad occuparsi
direttamente del
problema interrogando
persone competenti.
Mi
ha lasciato assai
perplesso questa
tiratina d’orecchi alla
redazione che sa di
censura nei confronti di
chi, come il
sottoscritto, ha delle
critiche o dei timori da
esprimere su un tema
“delicato” , e non certo
per il gusto di seminar
zizzania. Morresi sarà
forse un esperto di
questioni “vaticane”, ma
non mi risulta che sia
un esperto di questioni
islamiche. Neppure io lo
sono, ma dall’11
settembre 2001 cerco di
fare del mio meglio per
imparare e
documentarmi. Ad esempio
nel mese di novembre
dello scorso anno presi
parte a un corso di tre
giorni sull’Islam
organizzato alla Facoltà
di teologia di Lugano e
diretto dal professore
Samir Kahlil Samir, un
gesuita egiziano esperto
di islamistica che
insegna all’ Università
San Giuseppe di Beirut
e che , fra l’altro,
ha insegnato per 10 anni
al Pontificio Istituto
Orientale di Roma. Uno,
insomma, che di certe
cose ne capisce più di
me e di Morresi messi
assieme. Ebbene questo
esperto di questioni
islamiche aveva esposto
la strategia di
conquista degli
integralisti islamici
consistente
nell’islamizzare
dapprima la società
musulmana e poi la
società occidentale
usando tutti i trucchi
giuridici e le debolezze
del sistema occidentale
– fra cui la paura di
passare per degli
intolleranti - per
cercare di imporre la
loro diversità invece di
integrarsi. “Se i
politici fossero più
informati – aveva detto
Padre Samir -
potrebbero opporsi a
talune richieste che non
fanno parte della
religione islamica (ndr.
e fra queste secondo lui
c’erano anche i
minareti) bensì semmai
della tradizione, ma che
se anche facessero parte
della religione
dovrebbero essere
subordinate alle leggi
laiche dello Stato ; gli
organi di informazione
dal canto loro hanno il
dovere di aiutare la
gente a distinguere fra
religione e tradizione”.
Padre Samir aveva poi
concluso il corso con
questo augurio : “la mia
speranza affinché nel
mondo islamico certe
cose cambino
è riposta nei musulmani
d’Europa che hanno
assimilato la cultura
europea; ma finché
l’Occidente continuerà a
ragionare in termini di
tolleranza anziché
usare la ragione, non
migliorerà nulla”.
Ecco, mi sembra che se
io o altri, anche a
costo di passare per
degli intolleranti,
cerchiamo di usare la
ragione e di mettere a
frutto le nostre
conoscenze per cercare
di arginare
l’islamizzazione in atto
nel nostro Continente
ciò non significhi
seminar zizzania ma
costituisca un nostro
diritto e magari anche
un nostro dovere, da
controbattere semmai con
le parole e con i fatti
ma non con la censura.
Per
quanto riguarda Allah,
se Morresi è convinto
che esso sia lo stesso
Dio dei cristiani
semplicemente perché nei
Decreti del Concilio
Vaticano II sta scritto
che “La Chiesa guarda
anche con stima i
Musulmani che adorano
l’unico Dio…” è
ovviamente libero di
crederlo o di
interpretare a modo suo
questa frase. Io non
pretendo di saperne più
del Concilio o di
Morresi ma se non erro
il Dio dei cristiani è
trino (composto da
Padre, Figlio e Spirito
Santo) mentre per i
musulmani Allah è Uno. E
poi mi spieghi perché se
il Dio dei cristiani e
quello dei musulmani
sono lo stesso Dio,
certi loro insegnamenti
sono così diversi e
perché l’islam - a
differenza del
cristianesimo - è
violento già dalle sue
origini, discriminante
verso le donne, i non
musulmani, gli
omosessuali e così via ?
Perché il Corano, in
parecchi suoi capitoli (sure)
e versetti incita a
uccidere e predica odio
verso ebrei, cristiani,
eretici, infedeli e
miscredenti ( cfr. sura
2 versetto 191 e inoltre
4:89, 4:91, 5:14, 5:33,
5:51, 8 :12, 8:17, 9:5,
9:30, 17:33, 33:61,
47:4) ? Perché ai
musulmani dà così
fastidio il simbolo
della croce ?
Perché se un musulmano
si converte al
cristianesimo o ad altra
religione rischia
la pena di morte per il
reato di apostasia ?
Consiglio a Morresi e a
chi la pensa come lui di
leggere il libro
“L’Islam des interdits”
(edito da Desclée de
Brouwer) di Anne
Marie Delcambre,
dottoressa in civiltà
islamica e professoressa
di arabo al liceo
Louis-le-Grand a Parigi,
e in particolare il
capitolo sui rapporti
fra Islam e
Cristianesimo.
Giorgio Ghiringhelli,
Losone
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