Losone, 19.11.09
Minareti
: chi sono i
veri razzisti ?
Recentemente il
Consiglio
federale
ha messo in
consultazione
una modifica del
Codice penale
che prevede una
multa per
chiunque
utilizzerà o
diffonderà
pubblicamente
simboli
razzisti,
specialmente
quelli del
nazionalsocialismo
(come ad esempio
la croce
uncinata, il
saluto nazista o
il simbolo delle
SS). Ebbene, il
Corano in certi
passaggi non ha
nulla da
invidiare al “Mein
Kampf” di Hitler
, essendo
infarcito di
versetti che
inneggiano alla
superiorità dei
musulmani
rispetto ai non
musulmani,
fomentano l’odio
contro ebrei,
cristiani e atei
e aizzano a
ucciderli (es .
“ammazzateli
dovunque essi si
incontrino!
Fateli uscire da
dove essi vi han
cacciato (...)”
- 2 :19). E del
resto basta
guardare cosa
avviene in molti
Paesi islamici
per averne una
conferma. Oggi
v’è chi cerca di
far passare per
razzisti coloro
che cercano di
denunciare
l’islamizzazione
dell’Europa e
della Svizzera
e si battono
contro i simboli
dell’Islam
: ma la storia –
ahinoi, quando
sarà troppo
tardi – dirà chi
erano i veri
razzisti ed i
loro
fiancheggiatori
e renderà
giustizia a chi
l’aveva capito
subito ed aveva
avuto il
coraggio di
dirlo. E allora
come la mettiamo
con i simboli
di una religione
che, checché ne
dicano i suoi
seguaci ed i
suoi difensori
d’ufficio, è in
odor di spiccato
razzismo ? A
seguito della
modifica del
Codice penale
potranno essere
multati anche
coloro che
costruiranno
minareti o
esibiranno
pubblicamente il
velo islamico ?
E’ proprio vero
che dalla storia
non si impara
mai niente : ci
preoccupiamo di
vietare i
simboli di
un’ideologia del
passato e
chiudiamo gli
occhi su
un’ideologia che
, con la tattica
delle fette di
salame (leggete
in proposito i
rapporti Obin e
Dénécée
pubblicati sul
sito
www.ilguastafeste.ch
), ci sta
portando
lentamente ma
inesorabilmente
nella stessa
tragica
direzione
sfruttando anche
in questo caso
le debolezze
della democrazia
.
Coloro che in
nome della
libertà di
religione
vorrebbero
mettere tutte le
religioni sullo
stesso piano
dimenticano che
l’Islam non è
una religione
come le altre ma
è un’ideologia
che
strumentalizza
una religione
con il preciso
obiettivo di
sottomettere con
la persuasione e
la violenza
tutti i non
musulmani del
mondo. Per
questi ed altri
motivi l’Islam è
dunque
incompatibile
con la
democrazia e con
la Dichiarazione
dei diritti
dell’uomo, e va
tenuto a freno
nei Paesi
occidentali
anziché essere
incoraggiato
cercando di
andare incontro
alle sue
esigenze e
cercando di
renderci
islamcompatibili.
La votazione sui
minareti ,
comunque andrà a
finire,
non arresterà
l’islamizzazione
del nostro Paese
e quella dei
musulmani
moderati giunti
da noi in cerca
di libertà (i
quali grazie
alla
dabbenaggine di
molti nostri
politici
rischiano di
cadere dalla
padella alla
brace), ma
farà capire agli
integralisti
islamici –
specie agli
adepti della
Fratellanza
musulmana ben
presente anche
in Ticino -
che la Svizzera
non sarà terra
di facili
conquiste perché
una grossa fetta
di
discendenti di
Guglielmo Tell
ha capito il
loro “gioco” ed
è ancora pronta
a battersi
contro chi
vorrebbe
sottometterci. E
mi auguro che
dopo i minareti
toccherà al velo
islamico e al
burqa...
Sulla
controversa
proposta di
vietare la
costruzione di
minareti in
Svizzera
c’è chi ha
fatto notare che
l’iniziativa non
rispetterebbe la
Convenzione
europea dei
diritti
dell’uomo ( la
quale garantisce
la libertà di
religione e la
libertà di
manifestare
liberamente la
propria
religione) e che
quasi certamente
i giudici di
Strasburgo
annullerebbero
una decisione
popolare
favorevole al
divieto.
Ovviamente tutto
è possibile, ma
mi risulta che
nel 2005 la
Corte europea
per i diritti
umani ,
esprimendosi sul
caso di una
studentessa
musulmana che
era stata
sospesa
dall’Università
di Istanbul per
l’uso del velo
islamico, aveva
confermato che
la legge turca
che impone il
divieto di
indossare il
velo in
università ed
edifici pubblici
non violava i
diritti umani.
Quindi è anche
possibile che la
stessa Corte
potrebbe
arrivare alla
medesima
conclusione per
quanto riguarda
un eventuale
divieto di
costruire
minareti.
C’è pure chi ha
fatto notare che
un simile
divieto
sconfesserebbe
l’insieme dei
valori iscritti
nel Patto delle
Nazioni Unite
(detto anche
Patto ONU II)
relativo ai
diritti civili e
politici.
Ebbene, tale
Patto stabilisce
fra l’altro che
in caso di
elezioni lo
spoglio delle
schede deve
avvenire in
presenza dei
candidati o dei
loro
rappresentanti.
Proprio facendo
appello a questa
disposizione nel
2007 avevo
presentato al
Tribunale
federale un
ricorso contro
gli atti
preparatori
delle elezioni
cantonali in
Ticino
lamentando
l’impossibilità
per i partiti
che
partecipavano
alle elezioni di
poter inviare un
loro
rappresentante
ad assistere
alla regolarità
dei lavori di
spoglio . Ed i
giudici federali
respinsero il
ricorso facendo
notare che la
Svizzera non
aveva ratificato
il protocollo
facoltativo sui
ricorsi
individuali che
consentirebbe ai
cittadini di
inoltrare
ricorso al
Consiglio dei
diritti
dell’uomo contro
violazioni di
norme contenute
nel Patto.
Quindi ho
imparato a mie
spese (avendo
dovuto pagare
una tassa di
giudizio di
1'000 franchi)
che questo Patto
ONU II non ha
alcun carattere
vincolante per
la Svizzera ed i
suoi abitanti, e
sarei molto
sorpreso di
apprendere che
per i minareti
si faccia
un’eccezione.
Andiamo dunque a
votare
tranquillamente
secondo le
nostre idee, e
senza farci
intimorire e
condizionare da
chi avrebbe
preferito che il
Parlamento
dichiarasse
irricevibile
l’iniziativa per
mettere il
bavaglio ai
cittadini ed
evitare un voto
che fa paura...
Giorgio
Ghiringhelli,
Losone
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