di Giorgio Ghiringhelli
IL MOVIMENTO POLITICO CHE NON MOLLA MAI L'OSSO

Losone, 26 novembre 2009 

Minareti : il Guastafeste lancia una colletta a difesa della libertà di espressione 
 
Negli scorsi giorni la polizia di Friburgo – una delle città che aveva già vietato l’affissione dei manifesti dell’UDC sui minareti - ha respinto una richiesta del Movimento svizzero contro l’islamizzazione (MOSCI) di posare sul suolo pubblico una bancarella informativa in vista della votazione di fine novembre sui minareti. Nella sua decisione la polizia ha dapprima invocato il concetto di “diffamazione delle religioni” : un concetto che l’Organizzazione della Conferenza islamica sta cercando di introdurre nella legislazione di tutti i Paesi allo scopo di proibire qualsiasi libera critica dell’Islam.  Inoltre per la polizia friburghese una simile bancarella - organizzata da un movimento che, a suo dire , avrebbe per obiettivo “la diffusione dell’islamofobia” - avrebbe potuto essere considerata come una provocazione negli ambienti islamici e avrebbe potuto mettere in pericolo l’ordine pubblico. Contro questa decisione è stato interposto un ricorso. I responsabili del MOSCI sono intenzionati ad andare avanti fino al Tribunale federale in modo da creare una giurisprudenza che rigetti il concetto di “diffamazione delle religioni” (applicato per la prima volta in Svizzera) e che rigetti pure la limitazione della libertà di espressione motivata da una generica accusa di “islamofobia” (un termine di cui si dovrà precisare il senso). 

Per far fronte agli elevati costi di un simile ricorso i responsabili del MOSCI hanno lanciato un appello a tutti coloro che hanno a cuore la libertà di espressione e il diritto di avere accesso a informazioni che consentono di farsi un’opinione su un determinato argomento.

Anche in Ticino è già successo che delle autorità comunali abbiano cercato di imbavagliare la libertà di espressione e di impedire la posa di bancarelle informative adducendo motivazioni pretestuose quali il possibile perturbamento dell’ordine pubblico, l’ubicazione non idonea ecc. , e pure il Guastafeste ne sa qualcosa avendo dovuto ricorrere fino al Tribunale cantonale amministrativo per far valere (con successo)  i propri diritti. Nel caso in questione va detto che ogni bancarella di informazione politica è suscettibile di urtare le opinioni dei partigiani delle tesi opposte e dunque di perturbare l’ordine pubblico, ma non per questo si deve vietare la loro posa :  e dunque è arbitrario limitare la libertà del MOSCI con il pretesto che gli oppositori sarebbero dei simpatizzanti della causa islamica. Non è da escludere che prima o poi anche in Ticino si vieti la posa di una bancarella informativa tirando in ballo il principio della “diffamazione delle religioni” tanto  caro all’Organizzazione della Conferenza islamica, per cui una sentenza del Tribunale federale a questo proposito farebbe chiarezza giuridica anche da noi. Per tutti questi motivi il nostro movimento – da sempre particolarmente sensibile a temi come la libertà di espressione, la trasparenza, l’informazione e i diritti costituzionali dei cittadini – ha deciso di raccogliere l’appello del MOSCI e organizza una raccolta di fondi per sostenere il suo ricorso, versando i primi 100 franchi.

Gli interessati sono invitati a versare un contributo sul conto corrente postale no. 65-67871-6 intestato al Movimento politico “Il Guastafeste”, 6616 Losone, specificando “ricorso MOSCI” nell’apposito spazio destinato al motivo del versamento.  

                                                          Giorgio Ghiringhelli, coordinatore del Guastafeste


 
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