L’eloquente sequenza
fotografica
pubblicata qui
sopra, e di cui
purtroppo non
conosciamo il
geniale autore,
mostra
l’evoluzione, o
meglio
l’involuzione,
della donna nella
famiglia islamista.
Altro che
emancipazione
femminile ! Si
comincia con il
foulard , poi ci si
copre il viso
relegandosi in una
sorta di apartheid
sessuale e infine si
finisce con il
cancellare
totalmente la
propria identità
scomparendo nel
nulla . Con il voto
del 22 settembre
2013 il 65,4% di
ticinesi ha
approvato
l’iniziativa
“antiburqa”,
impedendo così de
facto che l’orrore
raccontatoci da
queste foto possa
accadere anche in
Ticino. Fa
riflettere però il
fatto che il
rimanente 34,6% dei
ticinesi (in buona
parte politicamente
a sinistra) abbia
votato contro
l’iniziativa, con il
pretesto che il
divieto calpestava
la libertà
religiosa e la
libertà di vestirsi
come si vuole.
Fortunatamente il 1.
luglio 2014 la Corte
europea dei diritti
dell’uomo ha fatto
chiarezza,
stabilendo che il
divieto di
dissimulare il viso
entrato in vigore in
Francia ( e dunque
la stessa cosa vale
indirettamente per
il Ticino) non
infrange i diritti
dell’uomo perché in
una società
democratica il
fatto di coprirsi il
volto negli spazi
pubblici è contrario
all’ esigenza minima
di civiltà
necessaria alla
relazione sociale e
al “vivere assieme”.
Dunque
attenti ticinesi :
votare per la
Sinistra alle
prossime elezioni
cantonali vuol dire
sostenere coloro
che, inconsciamente
o no, in nome del
multiculturalismo
stanno collaborando
con chi vuole
islamizzare
l’Europa.
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