di Giorgio Ghiringhelli
IL MOVIMENTO POLITICO CHE NON MOLLA MAI L'OSSO
 


                                                                                              Losone, 28.2.2011

 

Intervento in Consiglio comunale su dimissioni dei tre Guastafeste

 

La Sinistra, per bocca della sua rappresentante in seno alla Commissione della legislazione, intende opporsi alle dimissioni dei tre Guastafeste, e questo è un suo diritto visto  che in base all’art. 45 della LOC la competenza a decidere sulle dimissioni è del Consiglio comunale.  Quello che però non possiamo accettare è l’uso strumentale di questo diritto fatto dalla Sinistra per tentare di gettare discredito sul movimento del Guastafeste e sui suoi membri dimissionari, forse nell’intento di accaparrarsi i voti dei nostri simpatizzanti alle prossime elezioni comunali , o forse semplicemente  quale ripicca perché i tre seggi liberi sono stati regalati all’UDC e non a loro.

 

Lo stesso articolo di legge che demanda al CC la competenza di decidere sulle dimissioni non dice come le stesse debbano essere motivate, e non dice che debbano esserci motivi gravi,  ma si limita a dire che devono essere motivate. Punto e basta. Diversa è la situazione dei municipali,  per i quali  l’art. 85 LOC prevede che le dimissioni possono essere inoltrate solo per giustificati motivi, quali ad esempio l’aver coperto la carica l’intero quadriennio immediatamente precedente ( e a tal proposito vorrei far notare che di quadrienni alle spalle ne ho quasi quattro, essendo con Catarin il veterano di questo CC) , oppure avere almeno 65 anni (e a tal proposito vorrei far notare che Luciano Bernardini, decano di questo CC, di anni ne avrà 69 fra un paio di mesi), oppure avere un’infermità che rende la carica particolarmente gravosa o altro motivo grave.

 

Quindi le mie motivazioni di ordine politico-finanziario , condivise e fatte proprie pure dai due miei colleghi dimissionari, possono magari dar fastidio a qualcuno, o possono non essere condivise da tutti nel loro contenuto, ma in base alla legge sono più che sufficienti per giustificare delle dimissioni  motivate con “l’insufficiente volontà del Municipio e del CC nel far fronte al rapido e costante degrado delle finanze losonesi” e con il  fatto che ( cito) “non sono più disposto a fare la parte dell’utile idiota e continuare a sprecare tempo ed energie, a scapito della mia salute, per cercare di mantenere a galla una barca che sta affondando nel disinteresse generale a causa dell’imperizia del suo equipaggio, né intendo condividere per questo naufragio responsabilità che non ritengo di avere”. (fine della citazione).   Basterebbe citare i 9 milioni di franchi di disavanzi accumulati dal 2003 al 2009,  sempre con la benedizione del CC e della Sinistra ,  per tappare la bocca a chiunque voglia contestare quelle che Elena Pellanda nel suo rapporto definisce “accuse pesanti e inaccettabili”. E forse anche l’accenno agli effetti negativi che il mio lungo e a tratti massacrante impegno politico per la comunità ha avuto sulla mia salute avrebbe dovuto essere meglio recepito e compreso da chi in altre occasioni si dimostra così sensibile verso le esigenze altrui.

 

Vorrei ricordare che in questo Consiglio comunale se ne son già viste un po’ di tutti i colori in fatto di dimissioni, con consiglieri che se ne sono andati dopo pochi giorni o pochi mesi dall’elezione e con motivazioni di comodo, ma nessuno ha mai avuto da ridire qualcosa. Come quando ad esempio Edy Meschini, nel maggio del 2008, aveva dato le dimissioni dopo 9 giorni dall’entrata in carica adducendo quale giustificazione “motivi privati”.  O come quando nel luglio del 2005  il giovane Danilo Moccia, della Sinistra, aveva dato le sue dimissioni dopo poco più di un anno dalla sua prima entrata in carica con la motivazione che gli impegni professionali e gli orari di lavoro gli impedivano di svolgere con regolarità e serietà i compiti che in qualità di consigliere comunale avrebbe dovuto assolvere :  un problema al quale avrebbe potuto pensare prima di candidarsi e che comunque riguarda la maggior parte dei consiglieri comunali.

 

Ma passiamo ad esaminare un po’ più nel dettaglio le altre motivazioni contenute nel rapporto di minoranza per opporsi alle nostre dimissioni. Pellanda scrive che se fosse stato un sol consigliere a dare le dimissioni le avrebbe accettate come tutte le altre volte, ma che non poteva accettare le dimissioni di ben 3 membri  di un gruppo su 4 .  A parte il fatto che nella legislatura 2000-2004 vi erano stati due consiglieri della Sinistra su 6 che avevano dato le dimissioni a breve distanza l’uno dall’altro (Silvano Giugni e Christine Lüscher)  - per la serie prima di togliere le pagliuzze dagli occhi altrui togli le travi dai tuoi occhi -  appare a tutti evidente la pretestuosità di questa argomentazione.

 

Pellanda scrive pure che si è eletti per accettare democraticamente le decisioni del CC, e che quindi non possono essere approvate delle dimissioni motivate “dall’ostinata e irragionevole opposizione di principio verso le proposte di risparmio” del sottoscritto. Cara Elena, nessun consigliere comunale che siede in questa sala si è mai visto bocciare così tante proposte come il sottoscritto dal 1996 in poi. Eppure ho tenuto duro per 15 anni , in un clima spesso ostile,  ben al di là di ogni ragionevole umana sopportazione, e se ci fosse un premio per la costanza e la determinazione penso che pochi più del sottoscritto lo meriterebbero. Ho deciso di andarmene solo quando sono arrivato alla conclusione che ogni mio tentativo per cercare di raddrizzare le finanze di questo Comune era inutile e che alla non più giovane età di 59 anni potevo utilizzare in modo più proficuo per la comunità il mio tempo e le mie sempre più limitate energie. A parte ciò contesto l’affermazione secondo cui si è eletti per accettare democraticamente le decisioni del CC. Se così fosse, otto anni fa avremmo dovuto accettare democraticamente la decisione del CC di regalare un milione di franchi al Patriziato anziché lanciare un referendum, e lo scorso anno la Sinistra avrebbe dovuto accettare i tagli degli aiuti sociali decisi dal CC anziché lanciare due referendum contro gli stessi.  E’ dunque evidente che non si è eletti per accettare democraticamente le decisioni del CC ma semmai per prendere decisioni nell’interesse del Comune. E quando si ha l’impressione che certe decisioni non vanno in questa direzione è lecito cercare di osteggiarle con tutti i mezzi democratici a disposizione, come i referendum , le iniziative popolari, i ricorsi, le istanze di intervento, le manifestazioni di piazza e così via.  Come pure è lecito , per protesta, rinunciare alla carica e andarsene sbattendo la porta nell’intento di suscitare dibattito e provocare una salutare reazione.

 

Che c’entrano le elezioni con le dimissioni ?

 

Ma dove le motivazioni addotte dalla Sinistra per osteggiare le nostre dimissioni sono inaccettabili e chiaramente strumentali e miranti a screditarci agli occhi dell’opinione pubblica è nel passaggio del rapporto di minoranza in cui si tirano in ballo in modo del tutto inappropriato le elezioni comunali del passato per ricordare che il sottoscritto ha lasciato per due volte il seggio in Municipio a Vanetti deludendo i propri elettori e ha occupato tre seggi del CC scegliendo tra cittadini che neppure erano stati proposti agli elettori. Ma che c’entra tutto ciò con le dimissioni ? Pellanda ha la bontà di riconoscere che il sottoscritto “è sempre rimasto nei limiti legali” , ma poi aggiunge “ con poco rispetto della legge non scritta, quella del buon senso”. E dopo aver tirato in ballo anche Nessi e Bernardini, rei a suo dire di essere entrati in CC dalla porta di servizio senza mettere la faccia davanti ai losonesi e rei di volersene andare usando lo stesso passaggio, Pellanda conclude che , benché legale, il mio modo di intendere la politica “non è etico né moralmente accettabile” per cui le nostre dimissioni vanno respinte.

 

Qui se c’è qualcosa di moralmente poco accettabile sono proprio queste velenose accuse a vanvera, evidentemente frutto di invidia per i nostri successi elettorali. Ma questi travasi di bile mi danno l’opportunità per ribadire alcuni concetti che anche qualche giornalista ha faticato a capire in questi anni.

 

Cominciamo dal seggio in Municipio dato due volte a Vanetti. Per la precisione vorrei ricordare che la prima volta l’avevo dato al primo subentrante della lista, che era il rappresentante dei Verdi Tazio Fornera, già alleato della Sinistra in passato. Solo a seguito del cambiamento di domicilio di quest’ultimo il seggio era poi passato al secondo subentrante Vanetti. Alle elezioni successive il nostro movimento aveva inviato a tutti i fuochi un volantino, con una spesa non indifferente,  nel quale veniva chiaramente e in bella evidenza detto che avrei accettato un’eventuale elezione in Municipio alla condizione che fosse riconfermato pure Vanetti. Una trasparenza che non ho mai visto essere messa in pratica da qualche altro gruppo politico. Il popolo ci ha dato un sol seggio in Municipio e dunque, come anticipato pubblicamente e come consentito dalla legge sull’esercizio dei diritti politici , ho mantenuto la mia promessa elettorale optando per il CC e ho lasciato quel seggio a Vanetti.  Cosa c’è di moralmente inaccettabile in tutto ciò?  Così facendo, secondo Pellanda,  avrei deluso i miei elettori . Anche se così fosse sarebbe un problema fra me e chi mi ha votato, e non certo un problema della Sinistra o di altri.  Ma le cifre stanno a dimostrare che i miei elettori non solo non sono stati delusi , e anzi hanno premiato la nostra strategia. Difatti nel 2004, quando avevamo congiunto la lista con i verdi, avevamo ottenuto 233 voti per il Municipio, mentre che nel 2008 – pur correndo da soli e pur con l’introduzione della scheda senza intestazione – a differenza di tutti gli altri partiti che han perso molti voti abbiamo marciato sul posto, con 232 voti. Inoltre a livello di voti personali io son passato dai 304 del 2004 ai 437 del 2008 e Vanetti ha fatto il maggior balzo in avanti di tutti i municipali, passando da 98 a ben 300. E siamo stati l’unico gruppo politico ad aumentare il numero dei nostri seggi in CC, dove il sottoscritto, con 593 voti personali contro i 437 di quattro anni prima, è stato il più votato di tutti. E’ dunque bugiardo e intellettualmente disonesto chi, per motivi strumentalmente interessati, o tanto per cercare di squalificare il nostro movimento,  continua a dire o a scrivere che gli elettori del Guastafeste sono stati delusi dalle nostre scelte, quando semmai è vero il contrario. E poi non accetto la morale da chi predica bene e razzola male : forse che quando nel 1999 l’allora municipale della Sinistra, Luca Realini, lasciò anzitempo la carica gli subentrò la prima subentrante (Elena Fiscalini), o il secondo subentrante (Silvano Giugni) o il terzo subentrante (Renzo Tagliaferri) ? No, tutti si ritirarono per lasciare il posto all’ultima della lista, Anita Milan, che grazie a quella strategia da allora rimase in Municipio. Tutto legale naturalmente, ma,  la famosa legge non scritta, quella del buon senso e dell’etica , tirata in ballo da Pellanda,  vale solo per il Guastafeste o anche per la Sinistra...?

 

Infine, udite udite, Pellanda mi rimprovera di aver occupato in modo poco etico 3 seggi del Consiglio comunale scegliendo tra cittadini che neppure erano stati proposti agli elettori. E allora ? Ad ogni elezione nei vari Comuni  vi sono liste civiche che , con grande invidia dei partiti storici, ottengono più seggi dei candidati a disposizione e devono poi dare i seggi supplementari a cittadini che non erano candidati. E , salvo a Losone, nessuno se ne è mai scandalizzato o ha mai fatto una colpa a queste liste per il loro successo elettorale. Ma ci spieghi Pellanda dove sta la colpa e cosa avrebbe fatto lei al mio posto ?  Tre anni fa avevo scritto a una cinquantina di persone chiedendo loro di candidarsi per il Guastafeste ma nessuno raccolse l’invito. Così mi presentai da solo denominando provocatoriamente la lista “L’ultimo dei Guastafeste” e ottenni 4 seggi. Avrei forse dovuto prendermela con gli elettori ? Avrei forse dovuto spararmi per questa situazione poco etica e immorale ? Avrei forse dovuto regalare quei seggi agli altri partiti ? In  effetti in un primo tempo avevo messo a disposizione  quei seggi a dei candidati di almeno tre diversi partiti ( fra cui uno della Sinistra) che non erano stati rieletti o eletti e che godevano della mia stima. Ma nessuno di loro accettò,  e quindi è inutile recriminare adesso per i tre seggi regalati all’UDC, come ha fatto con una lettera ai giornali un consigliere della Sinistra e come ha fatto pure quel solito giornalista ministeriale che da anni riserva i suoi predicozzi moralistici solo al Guastafeste e che sarò felice in futuro di non aver più seduto alle mie spalle. Fortunatamente  ho poi trovato dei cittadini che, cedendo alle mie richieste, hanno avuto il grande torto secondo la Sinistra di essersi messi a disposizione per la comunità senza “aver dovuto mettere la faccia davanti ai losonesi”, e che dopo aver visto come funzionano le cose in questo Consiglio comunale si son chiesti come abbia io potuto resistere per 15 anni e hanno deciso di dimissionare con me non solo perché concordi con le mie motivazioni di ordine politico-finanziarie ma anche per solidarietà – virtù poco diffusa in politica - verso chi aveva loro concesso di fare questa esperienza.  Se a loro importava poco essere o meno in Consiglio comunale, come sostiene villanamente Pellanda,  non avrebbero certo accettato la mia proposta. E difatti il loro impegno in CC e nelle Commissioni non è stato inferiore a quello degli altri loro colleghi . Per cui non meritavano certo le oltraggiose accuse della Sinistra, bensì semmai il ringraziamento di noi tutti per quanto da loro fatto durante il loro mandato. Grazie Luciano e  grazie Arrigo.. E ora, sia fatta la vostra volontà.

 

                                                                    Giorgio Ghiringhelli, capogruppo del Guastafeste




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