di Giorgio Ghiringhelli


IL MOVIMENTO POLITICO CHE NON MOLLA MAI L'OSSO

Un giornale italiano (Padania ?) intervista Ghiringhelli su museo islamico a Venezia (5.2.14)

 

Buongiorno, le va di rispondermi a queste domande per un articolo?

 

1. Lei è il leader del movimento politico ticinese "Il Guastafeste" e personaggio noto grazie all'iniziativa antiburqa presentata nella Svizzera italiana. Ha visto che il premier Letta, in visita a Doha, ha annunciato l'apertura di un museo di arte e cultura islamica a Venezia, sul Canal Grande? Che ne pensa?

 

2. Dicono che è un modo per riflettere su radici comuni. Condivide?

 

3. Si favoriscono aperture di moschee e centri culturali nel nome del dialogo religioso, del rispetto reciproco, della pace tra i popoli.

Perché non va bene? Oppure è soltanto un "calare le braghe" e un atteggiamento che puzza di "politicamente corretto"?

 

 

 

1) Perché un museo di arte e cultura islamica proprio a Venezia ? Se proprio si vuol aprire un museo del genere in Italia lo capirei meglio in Sicilia, regione che un migliaio di anni fa o giù di lì , sotto il dominio dei saraceni, ebbe  un incontro ravvicinato con l’arte, la cultura ed altri aspetti meno idilliaci dell’Islam, di cui probabilmente gli abitanti di allora avrebbero volentieri fatto a meno. Per far aprire gli occhi sull’Islam a chi non li ha ancora aperti, sarebbe più utile aprire a Roma, e magari in Vaticano, un museo dedicato al genocidio di cristiani che nel silenzio assordante dei governi europei si sta compiendo nel mondo islamico, alla strategia in atto da parte dei  Fratelli musulmani e dei salafiti  per islamizzare l’Europa , ai fiumi di petrodollari che fuoriescono dal  Qatar e dall’Arabia Saudita per acquistare pian piano il nostro Continente e per finanziare i movimenti jihaddisti che seminano morte e distruzione. Letta fa parte di quella maggioranza di politici europei che inconsapevolmente o no stanno trasformando l’Europa in una colonia islamica . Fra 30 o 40 anni il petrolio finirà e gli sceicchi arabi si stanno preparando a traslocare da noi…

2) Ma quali radici comuni ? Non abbiamo nulla in comune con l’Islam e anzi le nostre civiltà sono diametralmente all’opposto. La sharia è incompatibile con la democrazia. Anche andando indietro nei secoli non mi sembra che fra il mondo islamico e l’Europa vi sian state delle radici in comune, a meno che si voglia considerare tali  i ripetuti tentativi dei musulmani di invadere con le armi l’Europa – da dove a più riprese sono stati respinti – a cui i cristiani hanno risposto per le rime con  le Crociate. Ora hanno imparato la lezione e ci stanno riprovando, non più con gli eserciti ma con l’immigrazione di massa, la natalità,  i petrodollari , il terrorismo a mo’ di minaccia  e la costruzione di una rete di moschee e di pseudo centri culturali che servono a fare proselitismo, a indottrinare i giovani, a reclutare i combattenti di Allah, a tener sotto controllo i musulmani “europei” e a impedir loro di integrarsi.

3) Come detto i nostri politici  i nostri Governi, i nostri banchieri - e vale anche per la Svizzera - sono abbagliati dai fiumi di petrodollari che provengono dai ricchi e scaltri sceicchi arabi e specialmente in questi periodi di crisi  sono disposti a tutto pur di potersi abbeverare a questa fonte. Già Oriana Fallaci aveva capito che l’apertura dell’Europa all’immigrazione islamica era stato il prezzo da pagare negli anni ’70 per poter ottenere il petrolio. Oggi , con  i soldi incassati vendendoci il petrolio, i ricchi sceicchi stanno comprando in Europa e nel mondo banche, giornali, reti televisive, catene di commerci, palazzi, alberghi, villaggi turistici, squadre di calcio, e così via. Non v’è da stupirsi se un Letta torna dal Qatar con 500 milioni e annuncia l’apertura di un museo di arte e cultura islamica a Venezia. Do ut des. E non v’è da stupirsi se in cambio di tanta insperata manna i governi ed i politici europei sono pronti a tollerare l’intollerabile nei loro Paesi – come il burqa o le zone islamiche o i tribunali islamici – e appellandosi opportunisticamente e falsamente  alla libertà di religione, o al rispetto reciproco o alla pace tra i popoli stendono tappeti rossi all’islamizzazione dell’Europa favorendo la costruzione di moschee e centri culturali , senza neppure preoccuparsi di chiedere, in nome della reciprocità,  il rispetto di queste libertà e di questi valori pure nei Paesi islamici. Comincerò a credere nella buona fede di questi politici quando nei Paesi islamici, e specialmente in Arabia Saudita e nel Qatar, si apriranno migliaia di chiese, sinagoghe, templi indù, e i musulmani potranno convertirsi ad altre religioni, e le donne saranno libere di girare senza veli, e i cittadini saranno liberi di votare leggi non basate sulla sharia.

                                                                          Giorgio Ghiringhelli