di Giorgio Ghiringhelli


IL MOVIMENTO POLITICO CHE NON MOLLA MAI L'OSSO

Losone, 8 dicembre 2009  
 

La "dissimulazione" quale strumento di dialogo dell'Islam 
 
La Taqiyya, meglio conosciuta con l'espressione "dissimulazione" è  un comportamento tattico usato  dagli islamici, specialmente dagli sciiti, nei rapporti con i non-musulmani. Trova la sua origine direttamente nel Corano. Infatti la Sura III-28 recita: "I credenti non si alleino con i miscredenti, preferendoli ai fedeli. Chi fa ciò contraddice la religione di Allah, a meno che temiate qualche male da parte loro." Quel "..a meno che temiate qualche male da parte loro" rappresenta il fondamento concettuale per le successive elaborazioni interpretative apportate dai giuristi, pensatori e rappresentanti dei movimenti islamici nel corso della storia. 

La dissimulazione è così divenuta una pratica corrente usata dai musulmani nei rapporti con i non-musulmani. Anche nei rapporti tra Paesi. L'Iran, per esempio, nella vicenda dell'arricchimento dell'uranio, ha sistematicamente usato nei rapporti con i Paesi occidentali la tattica della dissimulazione, che consiste nel negare l'intenzione di produrre armi atomiche continuando però tranquillamente a realizzare il programma nucleare chiaramente orientato alle armi nucleari. Anche Yasser Arafat ha usato in larga misura l'arte della dissimulazione, condannando il terrorismo a parole ma praticandolo nei fatti.  

La dissimulazione è divenuta una pratica talmente diffusa da essere usata anche dai musulmani residenti in occidente, dove sono in inferiorità numerica. Non c'è trasmissione televisiva nella quale non si assista a episodi di manifesto uso della dissimulazione da parte degli ospiti musulmani. La dissimulazione è divenuto lo strumento principale usato dai musulmani anche nei dialoghi inter-religiosi. Da parte degli Imam si assiste spesso a dichiarazioni retoriche, cariche di contenuti di amore e di pace nei confronti di tutte le religioni diverse dall'Islam : dichiarazioni che però celano deliberatamente le prescrizioni contenute nel Corano, negli Hadith (i “Detti” di Maometto) e nella Sharia a riguardo dei rapporti con le altre Religioni. 

Per rendersi conto delle falsità contenute in certe dichiarazioni, sarebbe sufficiente leggere alcuni passaggi del Corano, degli Hadith e della Sharia, ma questo richiede un certo impegno e particolari conoscenze che i politici ed i giornalisti solitamente non hanno e men che meno la gente comune la quale ha altro di cui occuparsi . E' imbarazzante e sconcertante vedere come una certa schiera di politici, intellettuali e religiosi occidentali, credano o facciano finta di credere alle espressioni subdole di certe dichiarazioni cariche di mielosa falsità. 

Un esempio  che ci riguarda da vicino dell'uso della dissimulazione l'abbiamo avuto da Kamel Dhif, responsabile della redazione araba di Swissinfo, nel corso della trasmissione "Contesto" del 30.11.2009 . Egli, parlando con lingua biforcuta (così direbbero gli indiani d’America) , ha affermato che tutti i paesi musulmani hanno sottoscritto la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Infatti, lui sa benissimo che i paesi della Lega Araba hanno sottoscritto una loro Carta dei Diritti Umani proprio per non dover sottoscrivere quella universale dell'ONU. 

Sta divenendo sempre più necessario che i politici e soprattutto i giornalisti occidentali (il cui ruolo dovrebbe essere quello di informare correttamente e smascherare i “dissimulatori” )  affrontino con maggior serietà, professionalità ed oggettività il tema della presenza islamica in occidente . Dopo la votazione sui minareti – che ha messo in evidenza un clamoroso scollamento fra il popolo ed i politici – questi ultimi onde evitare altre figuracce  dovrebbero ad esempio creare delle commissioni specifiche che si incarichino di approfondire il tema un po' meglio di quanto non sia stato fatto finora. Anche dalla Chiesa , se non vuol farsi fagocitare dall’Islam, ci si dovrebbe aspettare maggior impegno e maggior determinazione nel fare chiarezza su questo argomento. 

                                                                   Giorgio Ghiringhelli, Losone  


 
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