Losone, 8 dicembre 2009
La "dissimulazione"
quale strumento di
dialogo dell'Islam
La Taqiyya, meglio
conosciuta con
l'espressione
"dissimulazione" è
un comportamento tattico
usato dagli
islamici, specialmente
dagli sciiti, nei
rapporti con i
non-musulmani. Trova la
sua origine direttamente
nel Corano. Infatti la
Sura III-28 recita: "I
credenti non si alleino
con i miscredenti,
preferendoli ai fedeli.
Chi fa ciò contraddice
la religione di Allah, a
meno che temiate qualche
male da parte loro."
Quel "..a meno che
temiate qualche male da
parte loro" rappresenta
il fondamento
concettuale per le
successive elaborazioni
interpretative apportate
dai
giuristi, pensatori e
rappresentanti dei
movimenti islamici nel
corso della storia.
La dissimulazione è così
divenuta una pratica
corrente usata dai
musulmani nei rapporti
con i non-musulmani.
Anche nei rapporti tra
Paesi. L'Iran, per
esempio, nella vicenda
dell'arricchimento
dell'uranio, ha
sistematicamente usato
nei rapporti con i Paesi
occidentali la tattica
della dissimulazione,
che consiste nel negare
l'intenzione di produrre
armi atomiche
continuando però
tranquillamente a
realizzare il programma
nucleare chiaramente
orientato alle armi
nucleari. Anche Yasser
Arafat ha usato in larga
misura l'arte della
dissimulazione,
condannando il
terrorismo a parole ma
praticandolo nei fatti.
La dissimulazione
è divenuta una pratica
talmente diffusa da
essere usata anche dai
musulmani residenti in
occidente, dove sono in
inferiorità numerica.
Non c'è trasmissione
televisiva nella quale
non si assista a episodi
di manifesto uso della
dissimulazione da parte
degli ospiti musulmani.
La dissimulazione è
divenuto lo strumento
principale usato dai
musulmani anche nei
dialoghi
inter-religiosi. Da
parte degli Imam si
assiste spesso a
dichiarazioni retoriche,
cariche di contenuti di
amore e di pace nei
confronti di tutte le
religioni diverse
dall'Islam :
dichiarazioni che però
celano deliberatamente
le prescrizioni
contenute nel Corano,
negli Hadith (i “Detti”
di Maometto) e nella
Sharia a riguardo dei
rapporti con le altre
Religioni.
Per rendersi conto delle
falsità contenute in
certe dichiarazioni,
sarebbe sufficiente
leggere alcuni passaggi
del Corano, degli Hadith
e della Sharia, ma
questo richiede un certo
impegno e particolari
conoscenze che i
politici ed i
giornalisti solitamente
non hanno e men che meno
la gente comune la quale
ha altro di cui
occuparsi . E'
imbarazzante e
sconcertante vedere come
una certa schiera di
politici, intellettuali
e religiosi occidentali,
credano o facciano finta
di credere alle
espressioni subdole di
certe dichiarazioni
cariche di mielosa
falsità.
Un esempio che ci
riguarda da vicino
dell'uso della
dissimulazione l'abbiamo
avuto da Kamel Dhif,
responsabile della
redazione araba di
Swissinfo, nel corso
della trasmissione
"Contesto" del
30.11.2009 . Egli,
parlando con lingua
biforcuta (così
direbbero gli indiani
d’America) , ha
affermato che tutti i
paesi musulmani hanno
sottoscritto la
Dichiarazione universale
dei diritti dell'uomo.
Infatti, lui sa
benissimo che i paesi
della Lega Araba hanno
sottoscritto una loro
Carta dei Diritti Umani
proprio per non dover
sottoscrivere quella
universale dell'ONU.
Sta divenendo sempre
più necessario che i
politici e soprattutto i
giornalisti occidentali
(il cui ruolo dovrebbe
essere quello di
informare correttamente
e smascherare i
“dissimulatori” )
affrontino con maggior
serietà, professionalità
ed oggettività il tema
della presenza islamica
in occidente . Dopo la
votazione sui minareti –
che ha messo in evidenza
un clamoroso scollamento
fra il popolo ed i
politici – questi ultimi
onde evitare altre
figuracce
dovrebbero ad esempio
creare delle commissioni
specifiche che si
incarichino di
approfondire il tema un
po' meglio di quanto non
sia stato fatto finora.
Anche dalla Chiesa , se
non vuol farsi
fagocitare dall’Islam,
ci si dovrebbe aspettare
maggior impegno e
maggior determinazione
nel fare chiarezza su
questo argomento.
Giorgio Ghiringhelli,
Losone
|