di Giorgio Ghiringhelli


IL MOVIMENTO POLITICO CHE NON MOLLA MAI L'OSSO

Losone, 5 dicembre 2012

 

Islam, religione di pace ?

 

Dall’attentato alle Torri gemelle dell’11 settembre 2001 allo scorso 30 novembre, cioè in 4'095 giorni, in tutto il mondo sono stati compiuti 20'000 attentati di matrice islamica, con decine di migliaia di vittime. A darne notizia è il sito internet www.thereligionofpeace.com (ossia, chiaramente in chiave ironica,  “La religione di pace”...) che per l’appunto a partire dalla terribile tragedia di New York tiene un dettagliato resoconto giornaliero di tutti gli attentati che hanno causato delle vittime e che sono attribuibili ai seguaci di Allah, indicando il luogo , l’elenco dei morti e dei feriti e una breve descrizione dei fatti. Queste eloquenti cifre sono lì a dimostrare che è in corso una vera e propria “guerra santa”  su scala planetaria avente come obiettivo la conquista del potere e l’instaurazione della sharia : una guerra che è rivolta non solo contro tutti gli appartenenti ad altre religioni ma anche contro quei musulmani che dalle opposte fazioni vengono considerati eretici (basti pensare alla secolare lotta fra sunniti e sciiti) .

 

La fonte principale di questa diffusa violenza – bisogna pur dirlo -  è da ricercare negli stessi testi sacri dell’Islam, che sono farciti di istigazioni a odiare, uccidere e terrorizzare i cristiani, gli ebrei, i miscredenti e gli eretici. I fondamentalisti islamici ritengono che il Corano, in quanto dettato da Allah,  non può essere oggetto di interpretazioni ma deve essere applicato alla lettera. E dunque da questo punto di vista la “guerra santa” (jiadh) è un dovere di ogni buon musulmano. Quelli che noi consideriamo dei musulmani moderati o laici  perché non seguono tutti i precetti dell’Islam, o perché a rischio della loro vita vorrebbero riformare la loro religione,  o perché amano vivere e vestirsi all’occidentale (all’insegna di quelle donne che non portano il velo, simbolo di sottomissione all’uomo) , o  perché si adeguano bene alle regole della democrazia ( che sono incompatibili con la sharia, cioè la legge divina) , non sono considerati dei buoni musulmani dai loro stessi correligionari integralisti. Sta  dunque a noi proteggere  dalle pressioni di quest’ultimi i musulmani moderati e laici che vivono in Occidente, facendo capire alle frange più fanatiche che se vogliono  diffondere i loro modelli di vita dalle nostre parti ( come ad esempio la sharia e il burqa ) non sono al posto giusto.  Non ci si dimentichi che stiamo parlando di gente furba e potente che lavora su tempi lunghi e che sta usando tutti i mezzi  ( non solo la violenza  ma pure il ricatto della paura, la dissimulazione della verità,  l’immigrazione di massa, l’utilizzo a scopi di proselitismo  di una fitta rete di moschee e centri culturali finanziati da Stati stranieri, e così via) per  raggiungere gli obiettivi di  mettere fine all’egemonia della civiltà occidentale nel mondo e sostituirla con un califfato. 

 

Purtroppo da noi c’è chi  si ostina a credere e a voler far credere che i fondamentalisti islamici nel mondo  (i quali non sono ovviamente tutti terroristi ma costituiscono l’”humus” che dà linfa al terrorismo)  siano solo un’esigua minoranza. Sia i citati 20'000 attentati , sia la cronaca quotidiana di barbarie, persecuzioni e intolleranza religiosa nei Paesi islamici e sia quanto avvenuto dopo la “primavera araba” dimostrano il contrario. Basti citare il caso dell’Egitto, dove , seppur protetti dal segreto dell’urna, il 75% dei cittadini che qualche mese fa aveva preso parte alle prime libere elezioni aveva votato per dei partiti religiosi (i Fratelli musulmani ed i salafiti) : gli stessi che ora vorrebbero una Costituzione basata sulla legge coranica. E che dire di quel 30% di tunisini residenti nella laica Francia che alle recenti elezioni in Tunisia avevano votato per dei partiti a sfondo religioso, gli stessi che poi hanno tentato di rimettere in discussione l’uguaglianza fra uomini e donne -  sancita in quel Paese una cinquantina di anni fa - cercando di inserire nella Costituzione il principio secondo cui la donna è solo complementare all’uomo ? Attenti dunque, perché anche in Europa e in Svizzera il fanatismo religioso di matrice islamica non è più un fatto episodico ma sta diffondendosi a macchia d’olio, come ben illustrato nel recente libro “Boulevard de l’islamisme” della giornalista e militante femminista ginevrina Mireille Vallette (già autrice del libro “Islamophobie ou légitime défiance ?”).

 

E anche per quanto riguarda la comune criminalità i seguaci dell’Islam in Europa e Svizzera non sono secondi a nessuno. Nel 2011 il carcere ginevrino di Champ-Dollon ha ospitato 2'134 detenuti, di cui ben il 56,7% era composto da musulmani, seguiti dai cattolici (21,5 %), dai cristiani ortodossi (8,5%) , dagli atei (4,2%), dai protestanti (2%) e dai rappresentanti di altre religioni (7,1%).  Come giustificare l’elevata percentuale di musulmani considerato che gli adepti di questa religione sono solo il 6-7% della popolazione residente in Svizzera ? Forse che in questa categoria vi è un  disagio sociale più accentuato ? O forse che il fattore religioso gioca anche in questo caso un certo ruolo, nel senso che gli incitamenti all’odio verso gli “infedeli” contenuti nel Corano e amplificati da certi predicatori integralisti  legittimano in un certo qual modo taluni comportamenti  contrari al codice penale che anche Maometto metteva in pratica razziando carovane e saccheggiando città per finanziare le sue “guerre sante” (non a caso il termine “razzia” deriva dall’arabo) ?

 

Comunque sia , solo gli ingenui possono  credere che l’Islam sia veramente una religione di pace, amore e tolleranza come certi suoi  seguaci con barbe, tuniche e veli  - magari   citando furbescamente a sproposito alcuni versetti del Corano che però sono stati abrogati da altri ben più bellicosi versetti scritti successivamente -  non cessano di ripetere a ogni occasione a fini propagandistici e contro ogni evidenza. E’ ora di reagire, e l’iniziativa antiburqa sulla quale i ticinesi  saranno chiamati a votare verosimilmente l’anno prossimo  costituirà una buona occasione per lanciare un segnale forte contro il fanatismo islamico e a protezione non solo dei valori occidentali ma anche dei musulmani laici.

 

                                                        Giorgio Ghiringhelli, Losone