Losone, 3 settembre 2006
Minareti
e campanili
A
occhio e croce in Europa
ci sono almeno 5'000
moschee ( di cui 860 in
Germania, dove i fedeli
dell’Islam sono 3,5
milioni), tutte aperte
negli ultimi 20-30 anni.
Sarebbe interessante
sapere da dove arriva la
marea di soldi
necessaria per costruire
in così poco tempo (e
mantenere) tutti questi
luoghi di culto : se,
come è lecito
sospettare, i
finanziatori sono in
parte all’estero, ci si
potrebbe pure chiedere
quale sia il loro
obiettivo. Solo
religioso o anche
politico ? Sono già
stati scritti dei libri
sui piani del potente
movimento dei Fratelli
musulmani per la
conquista
dell’Occidente, e i
documenti che a detta
degli autori (tra cui
Sylvain Besson,
giornalista del
quotidiano Le Temps di
Ginevra) comprovavano
questi piani, vennero
fuori perquisendo (dopo
l’11 settembre) certi
uffici e certe
abitazioni di Lugano e
di Campione d’Italia di
facoltosi banchieri
vicinissimi sia ai
Fratelli musulmani
e sia alla Comunità
islamica ticinese. Vero
o no che vi sia un piano
di conquista, il fatto
che sia in atto
l’islamizzazione
dell’Europa (che
Oriana Fallaci definisce
ormai Eurabia) è sotto
gli occhi di tutti.
Nel suo libro “Vincere
la paura” l’esperto di
questioni islamiche
Magdi Allam, musulmano e
vicedirettore del
Corriere della Sera,
ricorda che “il
movimento integralista
islamico dei Fratelli
Musulmani” fondato
in Egitto nel 1928
“si propone di
conquistare il potere
tramite l’islamizzazione
della società dal basso”
che avviene
“principalmente tramite
il controllo delle
moschee” . E l’autore
mette in guardia
l’Occidente ricordando
che “gli integralisti e
gli estremisti islamici,
che prendono ordini da
confraternite, movimenti
e gruppi arroccati nei
paesi islamici, sono
riusciti a monopolizzare
la gran parte delle
moschee (…)”. Allam
osserva inoltre che “ se
è vero che non tutte le
moschee sono
integraliste, estremiste
o terroriste, è però
vero che tutti gli
integralisti, gli
estremisti e i
terroristi islamici sono
diventati tali
all’interno di una
moschea”. Proprio pochi
giorni fa la Commissione
federale contro il
razzismo si è lamentata
per la scarsa
comprensione di
popolazione e autorità
verso le esigenze dei
musulmani in materia di
edifici religiosi, e ha
invitato ad applicare
con maggior elasticità i
regolamenti edilizi in
modo da favorire la
creazione di moschee con
tanto di minareti…Ma,
alla luce di quanto
scrive Magdi Allam e di
quanto le cronache
quotidiane riferiscono,
si può capire una certa
diffusa preoccupazione
nel veder crescere le
moschee come funghi in
tutt’Europa. Sempre
negli scorsi giorni,
anche la Chiesa
cattolica e la Chiesa
evangelica riformata di
Langenthal , si
sono espresse (in nome
del “dialogo”) a favore
della costruzione di un
minareto contestatissimo
dalla popolazione.
Forse, proprio in nome
del dialogo e della
“reciprocità”, avrebbero
prima fatto meglio a
chiedere che anche
le varie Chiese
cristiane possano
“cristianizzare” i
Paesi islamici con gli
stessi diritti di cui
l’Islam gode da noi per
“islamizzare” l’Europa :
ciò significa ad esempio
poter costruire
migliaia di chiese,
consentire ai musulmani
di convertirsi senza
essere condannati a
morte per apostasia e
consentire alle donne
musulmane di sposare un
cristiano senza
che questi debba
convertirsi all’islam.
Dare per avere, insomma
! In Svizzera i luoghi
di culto islamici sono
circa 120, e il loro
numero è in continua
crescita. E come la
mettiamo poi con i
minareti, cioè quelle
torri annesse alle
moschee dalle quali il
muezzin, nelle ore
prescritte (da prima
dell’alba a dopo il
tramonto) , invita i
fedeli alla preghiera
tramite altoparlanti?
Pare che nel nostro
Paese esistano
attualmente solo due
moschee con annesso
minareto, a Ginevra e a
Zurigo. Ma ultimamente
qua e là sono state
inoltrate domande per
costruire dei minareti
accanto a moschee già
esistenti da tempo ,
suscitando numerose
proteste e opposizioni
da parte della
popolazione. E’ successo
ad esempio a Langenthal
(BE), a Wohlen (AG), a
Wil (SG) e anche a
Wangen (SO) : in
quest’ultima località le
autorità cantonali hanno
concesso
l’autorizzazione
accompagnata però dal
divieto di usare il
minareto per richiamare
alla preghiera; al che,
il direttore del centro
islamico di Ginevra,
Hani Ramadan ( cioè quel
docente di una
scuola media ginevrina
che nel 2002 venne
sospeso dal Consiglio di
Stato per un
articolo pubblicato su
“Le Monde” nel quale fra
l’altro egli aveva
giustificato il ricorso
alla lapidazione per
punire l’adulterio), si
è subito affrettato ad
esprimere soddisfazione
per questa decisione, e
a tranquillizzare tutti
precisando che la
chiamata alla preghiera
non viene fatta neppure
dai due minareti
esistenti. Già, ma a che
serve allora costruire
queste torri se poi non
le si usano ?
Forse per motivi
ornamentali, o
forse per “marcare”
meglio il territorio
“conquistato” . Ma
nessuno mi toglie dalla
testa l’idea che prima o
poi, quando la rete di
queste torri islamiche
sarà ben estesa, si
passerà alla fase
successiva, che
consisterà - in nome
della libertà religiosa
- nel chiedere di
utilizzare i minareti
per richiamare i fedeli
alla preghiera. E quando
i politici risponderanno
di no, magari con
motivazioni legate
all’inquinamento fonico,
immagino che i
richiedenti faranno
ricorso fino alle più
alte istanze giudiziarie
lamentando una disparità
di trattamento con le
campane delle chiese
cristiane, che pure in
fatto di decibel non
scherzano. A quel
momento, se i giudici
decideranno che la
disparità c’è, ai
politici non resterà
scelta : o autorizzare
tutti (muezzin e
campane) a far sentire
la loro voce o
zittire tutti. Per
buona pace di chi in
nome del dialogo e della
libertà di religione si
era schierato a favore
dei minareti , fra i
quali i vescovi svizzeri
( che si son tirati la
zappa sui piedi) …
Giorgio Ghiringhelli,
Losone