LE RIFLESSIONI DEL GHIRO
SULL'ISLAM
Minareti : l’essenza del
problema
In
una lettera apparsa
lunedì 6 agosto sul
Corriere del Ticino,
Enrico Morresi rileva
che nell’appello alla
preghiera dei musulmani
che il muezzin fa dai
minareti vi sono sette
invocazioni di cui sei
secondo lui potrebbero
essere condivise dai
cristiani e solo una
avrebbe dei contenuti
problematici ( quella
che dice “attesto che
Maometto è l’inviato di
Dio”) . Morresi si
chiede quindi se gli
avversari dei minareti ,
che si appigliano a
motivazioni che lui
definisce “povera
polemica” quali la
propaganda islamica, la
provocazione e il
disturbo della quiete
pubblica, non perdano
invece di vista
l’aspetto essenziale
della questione e cioé
il contenuto
dell’appello alla
preghiera che vien
diffuso dall’alto dei
minareti. Anch’io sono
fra gli avversari dei
minareti e dunque fra i
sostenitori
dell’iniziativa lanciata
recentemente contro la
costruzione dei minareti
in Svizzera.
Condivido tutte le
motivazioni
addotte contro la
costruzione di minareti
, perché ritengo che
questi elementi
architettonici non siano
indispensabili per la
pratica della religione
islamica ma siano dei
simboli di conquista
territoriale e
dunque costituiscano una
provocazione da parte di
certe frange
integraliste della
comunità islamica che
cercano lo scontro più
che l’integrazione con
il Paese che li ospita e
che non ha certo radici
islamiche. Non si tratta
dunque di “povere
polemiche”.
A
parte ciò vorrei
comunque rassicurare
Morresi che, per quanto
mi concerne, l’aspetto
da lui sollevato non mi
era sfuggito. In
una petizione inviata al
Gran Consiglio il
1.dicembre 2006, cioè
diversi mesi prima che
venisse lanciata
l’iniziativa contro i
minareti, chiedevo
di inserire nella nostra
Costituzione cantonale
il divieto per ogni
religione di fare
pubblici richiami alla
preghiera con mezzi e
suoni che non facciano
parte della nostra
millenaria tradizione.
Tale richiesta , sulla
quale il Gran Consiglio
non si è ancora
espresso, non
impedirebbe la
costruzione di minareti
(fra l’altro un simile
divieto potrebbe non
essere in linea con le
libertà concesse dalla
Costituzione federale)
ma impedirebbe se non
altro di utilizzarli per
il richiamo alla
preghiera, che è
secondo me l’aspetto più
problematico sia per il
disturbo fonico (ricordo
per inciso che il primo
dei cinque richiami
giornalieri vien
eseguito solitamente
all’alba…) e sia proprio
per il contenuto, come
ben rileva Morresi . La
prova di quanto affermo
è che nel testo della
petizione (pubblicata
in versione integrale
sul sito
www.ilguastafeste.ch
sottolineo come secondo
Padre Samir , un
egiziano gesuita
professore di
islamistica
all’Università San
Giuseppe di Beirut,
“l’eventuale
introduzione del muezzin
in Occidente sarebbe
considerato come
un’offesa o come
un’”aggressione”, anche
perché il contenuto
dell’appello alla
preghiera – nel quale si
ribadisce che non v’è
altro Dio all’infuori di
Allah e che Maometto è
il suo profeta – sarebbe
inaccettabile per una
società laica” . E,
aggiungo ora, sarebbe
inaccettabile anche per
dei cristiani in terra
cristiana.
Per
Morresi, delle
sette invocazioni che
vengono diffuse ai
quattro venti dai
muezzin l’unica ad
essere problematica è
quella che cita
Maometto. Ce n’è almeno
un’altra che, in terra
non islamica, potrebbe
offendere più di
un’orecchio. Quella che
Morresi ha citato in
versione italiana e che
dice “Attesto che non
esiste dio se non Dio”.
In effetti detta così
assomiglia al cristiano
“Credo in un solo Dio”.
Ma in versione araba,
quella utilizzata dal
muezzin, essa suona così
: “Ashadu an la ilah
illa Allah”, ossia
“Attesto che non v’è dio
se non Allah”. Allah non
è la semplice traduzione
di Dio : è un Dio
diverso da quello dei
cristiani. Per i
cristiani Gesù è
parte integrante del
loro Dio ed è morto
sulla croce per redimere
l’umanità da suoi
peccati. Per i
musulmani, invece, Gesù
è un semplice profeta e
non è morto in croce
perché Allah non avrebbe
mai permesso che un suo
profeta morisse in croce
( al suo posto è stato
crocifisso un sosia).
Sia per i laici e sia
per i cristiani , o
almeno per una buona
fetta di loro, sarebbe
inaccettabile che un
giorno i minareti
possano essere
utilizzati dalle nostre
parti per disturbare la
quiete pubblica con
simili messaggi
pubblicitari a sfondo
religioso.
Giorgio
Ghiringhelli
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