Losone,
19 aprile 2011
Moltiplicatore e
referendabilità
: esito scontato
?
Negli scorsi mesi il TRAM, accogliendo
un ricorso del
sottoscritto,
aveva sancito la
parziale
incostituzionalità
dell’articolo
della Legge
organica
comunale in
vigore da oltre
150 anni e
secondo cui la
competenza di
stabilire il
moltiplicatore
d’imposta è dei
Municipi e non
dei Consigli
comunali. Per
correre ai
ripari il
Governo ha posto
in consultazione
fra i Municipi
una modifica
dell’attuale
legge che
prevede di
passare tale
competenza in
futuro ai
Legislativi
comunali, come
del resto già
avviene nel
resto della
Svizzera.
Nell’edizione di sabato scorso de La
Regione il
sindaco di
Locarno, Carla
Speziali , ha in
un certo senso
minimizzato il
merito del
ricorso,
scrivendo che
l’esito della
sentenza del
TRAM era
ampiamente
scontato dal
momento che in
base all’art.
127 capoverso 3
della vigente
Costituzione
federale le
decisioni
riguardanti i
presupposti
fondamentali
della
legislazione
fiscale sono di
esclusiva
competenza del
potere
legislativo a
livello
federale,
cantonale e
comunale. Ah si
? Ma allora se
la materia era
così evidente e
se l’esito era
così scontato
perché
nell’ultimo
secolo e mezzo –
con tutti gli
avvocati che
abbiamo avuto in
Ticino, nei
Municipi, in
Gran Consiglio e
in Consiglio di
Stato –
nessuno abbia
pensato di far
ricorso contro
l’attuale norma
incostituzionale
? Perché il CdS
ed i suoi
esperti giuristi
avevano respinto
il mio ricorso
presentato nel
2007 ? Perché
nei tre anni
dalla
presentazione
del ricorso alla
sentenza del
TRAM, nessuno ha
scritto che
l’esito del
ricorso era
scontato ?
La signora Speziali ha poi giustamente
sottolineato
l’urgenza di
modificare
l’attuale norma
incostituzionale
prima della fine
dell’anno, in
modo da
consentire ai
Comuni di
decidere in
tempo utile il
moltiplicatore
d’imposta per il
2011. Nella
lettera del
sindaco di
Locarno mancava
però qualsiasi
accenno alla
nuova spinosa
questione che si
sta ponendo con
questa modifica.
Fino a quando a
decidere il
moltiplicatore
d’imposta era il
Municipio, non
era possibile
per i cittadini
contestare tale
decisione con un
referendum,
perché le
decisioni
municipali non
sono
referendabili.
Il passaggio
della competenza
decisionale dal
Municipio al
Consiglio
comunale , le
cui decisioni
sono in genere
referendabili,
avrebbe dunque
permesso di
garantire un
miglior
controllo
democratico in
materia fiscale
come già avviene
sia a livello
cantonale e sia
a livello
federale. Ma il
vecchio Governo,
chissà perché,
aveva proposto
senza
motivazioni di
non concedere la
referendabilità
in materia di
moltiplicatore
d’imposta. Al
che negli scorsi
giorni avevo
scritto a tutti
i Municipi del
Cantone
invitandoli a
non appoggiare
questa proposta
antidemocratica
e avvertendo che
se la stessa
fosse stata
approvata dal
Gran Consiglio
mi sarei
riservato di
presentare un
ricorso al
Tribunale
federale (con
tutti i ritardi
che ciò
comporterà) ed
eventualmente di
lanciare in un
secondo tempo
un’iniziativa
popolare per
modificare
nuovamente la
contestata norma
di legge.
Ahinoi, le prime reazioni non lasciano
ben sperare in
una soluzione
“indolore” che
tenga conto dei
diritti del
Popolo. Il
Municipio di
Lugano, ad
esempio, mi ha
risposto con
fare stizzito di
ritenersi
abbastanza
competente per
decidere
autonomamente su
questo delicato
argomento, senza
bisogno dei miei
suggerimenti. Ma
allora – gli ho
risposto – se è
così competente
perché non ci ha
pensato lui a
denunciare
l’incostituzionalità
dell’attuale
norma di legge ?
O perché non
l’aveva fatto il
suo segretario
comunale quando
dirigeva la
Sezione degli
enti locali ?
Ora anche il
sindaco di
Locarno invita a
decidere in
fretta, senza
nulla dire sul
punto cruciale
della
referendabilità.
Qualora dovessi vincere anche questo
ricorso, o
magari la
successiva
iniziativa
popolare, mi
seccherebbe
leggere poi su
qualche giornale
che l’esito era
ampiamente
scontato. Se
l’esito appare
scontato allora
lo si dica
subito, e non
quando i buoi
sono ormai fuori
dalla stalla,
e si agisca di
conseguenza e
nel rispetto dei
diritti
costituzionali e
dei diritti del
Popolo, in modo
da evitare altre
lungaggini
evitabili e
altre figuracce.
Giorgio
Ghiringhelli (Il
Guastafeste)