di Giorgio Ghiringhelli


IL MOVIMENTO POLITICO CHE NON MOLLA MAI L'OSSO

 


LE RIFLESSIONI DEL GHIRO SULL'ISLAM

Losone, 20 ottobre 2006

Il movimento integralista dei  Fratelli Musulmani
infiltrato nella Comunità islamica ticinese ?
                                                                                          

Ma è proprio vero che in Ticino l’integralismo islamico non esiste ? Anche se v’è chi finge di non vedere e non sapere, vi sono fondati motivi per ritenere che la Comunità islamica ticinese sia una sorta di “filiale” dei  Fratelli Musulmani, un movimento integralista fondato in Egitto nel 1928 che – come si legge nel libro  di Paolo Fusi “Il cassiere di Saddam” edito nel 2003 da “L’Inchiesta Consumedia Sagl” - ha come fine ultimo “la conversione dell’intera umanità e la dittatura della religione di Allah su tutto il pianeta” (cfr.  pag. 172) e che “da oltre 50 anni è una delle più grandi potenze occulte del mondo delle banche e delle fiduciarie. E quindi in Svizzera. E quindi in Ticino. Ed a Lugano non lo si sa , o si finge di non saperlo” (cfr.  pag. 166-167).

Fin dagli anni ’60 i membri e i simpatizzanti dei Fratelli Musulmani – in fuga dall’Egitto dove il regime di Nasser li perseguitava - sono emigrati in Europa. Qui, lentamente ma in modo costante, hanno fondato una vasta e ben organizzata rete di moschee, associazioni e organizzazioni islamiche. Alcuni di loro, ricchi uomini di affari,  hanno gravitato nel Luganese , dove hanno preso parte alla fondazione della  Comunità islamica ticinese e della moschea sita in Via Maggio. Forse è proprio per sottrarsi a questa scomoda “vicinanza” e alla  scarsa “democrazia” regnante in questa comunità troppo “ghettizzante” che alcuni mesi fa alcuni suoi membri , fra cui l’imam, se ne sono andati e hanno fondato la Lega dei musulmani del Ticino, che fa capo alla moschea di Viganello.

 I legami con i Fratelli Musulmani

Ma vediamo un po’ più da vicino fatti e personaggi che collegano i Fratelli musulmani alla Comunità islamica ticinese. Da alcuni mesi  portavoce di questa comunità è  Huda Himmat, subentrata in questa mansione all’egiziano  Hassan El Araby.  La giovane Himmat appartiene alla FEMYSO, un’organizzazione giovanile con sede a Bruxelles fondata nel 1996 dai Fratelli Musulmani e dalla IGD (Islamiche Gesellschaft in Deutschland). Quest’ultima organizzazione venne fondata da Sa’id Ramadan,  segretario personale del fondatore dei Fratelli Musulmani (Hassan al-Banna) nonché padre di Tariq Ramadan (professore di filosofia e d’islamologia a Ginevra e a Friborgo) e di Hani Ramadan (attuale direttore del potente Centro islamico di Ginevra). L’IGD venne presieduto dal 1958 al 1968 da Sa’id Ramadan e dal 1973 al 2002 da uno dei suoi più fedeli luogotenenti :  Ali Ghaleb Himmat, un ricco siriano che vive a Campione d’Italia e che – ma guarda come è piccolo il mondo - è padre di Huda Himmat. Assieme al socio d’affari egiziano Youssef Nada, uno dei cervelli finanziari dei Fratelli Musulmani pure domiciliato a Campione d’Italia, Ali Ghaleb Himmat prese parte negli anni ’60 e ’70 alla fondazione di un centro di cultura islamica a Monaco di Baviera e fondò inoltre la Bank al Taqwa , che finanziava diversi Centri islamici in Europa e molte pubblicazioni islamiste (compresa la Risalatul Ikhwan, la rivista ufficiale dei Fratelli Musulmani) . In quegli anni a Lugano sbarcò un altro socio d’affari di Youssef Nada, il kuweitiano d’origine etiope Ahmed Idris Nasreddin, che, nel libro di Paolo Fusi, vien presentato come “la punta di diamante della Fratellanza Islamica in Turchia”, pure lui finito sulla lista nera dei supposti finanziatori di Osama Bin Laden stilata dagli americani dopo l’11 settembre. A Lugano Nasreddin fondò diverse società  destinate a “finanziare una miriade di gruppuscoli in Paesi diversi” e si  diede da fare per procurare i necessari finanziamenti per la costruzione di una moschea a Milano (“il famigerato Centro Islamico di viale Janner”) e a Lugano : quest’ultimo centro venne fondato da Nasreddin nel 1992 e dal 2004 fu diretto da Ali Ghaleb Himmat. Dopo l’attacco terroristico dell’11 settembre la banca luganese Al Taqwa venne sospettata dagli americani di essere legata all’organizzazione terroristica  Al Qaida. I due soci Nada e Himmat finirono su una lista nera di sospetti fiancheggiatori del terrorismo stilata dal Dipartimento del Tesoro USA. Proprio negli scorsi mesi la Procura pubblica federale ha  deciso di archiviare per insufficienza di prove l’inchiesta avviata nei confronti di Youssef Nada, il cui nome continua tuttavia a figurare su una lista nera stilata dal Consiglio di sicurezza dell’ONU.

Il progetto di conquista del mondo

 Anche una perquisizione avvenuta nel novembre del 2001 presso l’abitazione di quest’ultimo non fornì alcuna prova di collegamenti con reti terroristiche, ma gli inquirenti trovarono documenti che, secondo il Foglio di Giuliano Ferrara del 9 luglio 2005 “alzarono il velo su un’organizzazione di gran lunga più vasta e di gran lunga più antica : i Fratelli Musulmani”.  In particolare saltò fuori un documento di 14 pagine del 1982, intitolato “Il progetto”, che descriveva la strategia dei Fratelli musulmani per accrescere la loro influenza sulle comunità musulmane d’Occidente e per instaurare il regno di Allah su tutta la terra : una strategia secondo la quale i membri di questo movimento  dovevano infiltrarsi in tutte le associazioni islamiche e nei centri islamici senza far capire  per conto di chi agivano, in modo da non essere scoperti e neutralizzati.  Gli obiettivi “nascosti” dei Fratelli Musulmani sono stati descritti nel libro edito nel 2005 e intitolato “La conquista dell’Occidente” scritto dal giornalista del quotidiano Le Temps di Ginevra , Sylvan Besson, secondo il quale il documento scoperto vicino a Lugano potrebbe dimostrare che lo sviluppo dell’islamismo nel mondo negli ultimi vent’anni potrebbe almeno in parte essere il frutto di una strategia occulta, di un preciso piano di conquista del potere.

La strategia per la conversione dell’umanità

 Ecco come Paolo Fusi, sempre nel suo libro “Il cassiere di Saddam” (pag. 168), descrive la strategia dei Fratelli Musulmani per la “conquista” del mondo : “Dapprima c’è un insegnante nella moschea che riunisce attorno a sé un gruppetto di entusiasti, poi si crea una scuola per militanti della Fratellanza; poi nascono imprese economiche e riviste da loro controllate, ed alla fine si parte, forti dei quadri istruiti nel circolo già consolidato, alla conquista di nuovi centri, città, nazioni. Giacchè il fine dell’educazione del membro della Fratellanza è proprio in quest’opera di missionariato. Dapprima il Fratello Musulmano deve educare se stesso, il proprio corpo e la propria anima; poi deve costruirsi una propria famiglia tutta improntata agli ideali della Fratellanza; poi deve esportare questo modello alla società in cui vive ed imporlo nella strada, nel quartiere, nella città; poi deve contribuire alla costruzione dello stato islamico, presupposto necessario per il passo successivo : la costruzione della Khilafa, l’unione dei paesi arabi sotto l’egida della religione maomettana, che a sua volta è il presupposto per il fine ultimo della Fratellanza Islamica : la conversione dell’intera umanità e la dittatura della religione di Allah su tutto il pianeta”.

Avanza l’Islam delle moschee

Huda Himmat ha già dichiarato alla stampa (cfr. il GdP del 25.3.06 e Il Caffè del 26.3.06 )  che i tre centri ticinesi facenti capo alla Comunità islamica (Lugano, Chiasso e Giubiasco) non sono sufficienti, e che l’apertura di nuovi luoghi di culto  di educazione islamica nel rispetto della legge svizzera è una necessità. Siamo agli inizi della creazione anche da noi di quell’”Islam delle moschee” (contrapposto all’Islam laico, moderato e liberale) paventato da Magdi Allam nel suo libro “Vincere la paura” edito nel 2005 ? Quest’ultimo descrive questa strategia come “subdola” e “strisciante” perché strumentalizza la libertà e la democrazia in chiave puramente tattica “per conseguire l’obiettivo strategico di imporre un’ideologia integralista islamica all’insieme della comunità musulmana in Occidente”. Ecco perché Allam invita i governi occidentali a evitare in tutti i modi che i valori fondanti della nostra società vengano minacciati anche da quelle forze che in apparenza non sono dichiaratamente ostili e che, pur essendo incompatibili, dichiarano di voler rispettare le leggi e le regole del gioco .

 Obiettivo : uno Stato islamico

Insomma, anche qui da noi vi è il pericolo che comunità religiose che si fanno passare per tranquille, pacifiche, integrate, rispettose delle leggi  e dedite alla preghiera non abbiano  nessuna intenzione di integrarsi ma , in modo subdolo e strisciante,  stiano invece lavorando su tempi lunghi alla costruzione di uno stato islamico – da noi come in altre parti del mondo – al quale prima o poi noi saremo chiamati ad integrarci.

 

                                                                                     Giorgio Ghiringhelli, Losone


 



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