di Giorgio Ghiringhelli


IL MOVIMENTO POLITICO CHE NON MOLLA MAI L'OSSO

Giorgio Ghiringhelli                                                                              Losone, 1.dicembre 2006

Via Ubrio 62
6616 Losone 

  Onorando
Gran Consiglio
della Repubblica e Cantone Ticino

 

Petizione

 

(costituzione cantonale art. 8 lett. l : “sono garantiti il diritto di petizione alle autorità e di ottenere risposta entro un termine ragionevole)

 

 Divieto costituzionale per ogni religione di fare pubblici richiami alla preghiera con mezzi e suoni che non facciano parte della nostra millenaria tradizione.

Recentemente alcuni deputati hanno sottoscritto un’iniziativa parlamentare con la quale si chiede che venga inserito nella legge edilizia cantonale il divieto di costruzione di minareti sul territorio ticinese.

La principale preoccupazione che sta dietro a questa proposta è probabilmente quella di evitare che un giorno queste torri possano essere utilizzate per il richiamo alla preghiera secondo le consuetudini dei Paesi di tradizione islamica. E’ però possibile che la soluzione scelta o non sia realizzabile dal punto di vista legale o non raggiunga la necessaria maggioranza in Parlamento.

I minareti , per alcuni sono dei simboli di conquista territoriale ( e dunque da evitare anche se non vengono utilizzati per il richiamo alla preghiera) e per altri dei semplici elementi architettonici ornamentali  ( e dunque da tollerare in nome della libertà di religione).  Se sull’opportunità o meno di consentire la costruzione di minareti vi possono essere divergenze di opinione, penso che una stragrande maggioranza di cittadini sia assolutamente contraria alla possibilità che un giorno o l’altro queste eventuali torri possano essere utilizzate per il richiamo alla preghiera (con o senza altoparlanti) che nell’Islam avviene 5 volte al giorno ( la prima volta verso le 4 del mattino e l’ultima volta verso le 23).

Va rilevato che dal punto di vista teorico eventuali pubblici appelli alla preghiera per mezzo vocale o con l’ausilio di altoparlanti o megafoni potrebbero essere fatti – previo consenso di qualche tribunale - anche senza la costruzione di torri religiose : basterebbe infatti diffondere tali appelli da un qualsiasi punto sopraelevato, ad esempio dal tetto di un edificio religioso.

Onde evitare che ciò accada, e indipendentemente dall’esito che avrà la proposta di proibire la costruzione di minareti, con la presente petizione chiedo dunque :

 

che venga inserita nella Costituzione cantonale una norma, valevole per tutte le religioni, che vieti qualsiasi tipo di pubblico e  sonoro richiamo alla preghiera per mezzo vocale o con l’ausilio di megafoni o altoparlanti, ad eccezione di quello prodotto dal tradizionale  e millenario suono delle campane.

 

Motivazioni

All’inizio dello scorso mese di novembre ho seguito alla Facoltà di teologia di Lugano un corso di tre giorni avente per tema “Introduzione all’Islam”.  Quale oratore di eccezione vi era un profondo conoscitore dell’Islam, del corano e degli arabi, e cioè il prof. Samir Khalil Samir, un arabo egiziano cristiano e gesuita che per dieci anni (1975-1986) ha insegnato presso il Pontificio Istituto Orientale di Roma e che attualmente vive a Beirut, dove insegna in diverse facoltà dell’Università Saint-Joseph e dove ha fondato il Cedrac (Centre de documentation et de recherches arabes chrétiennes).  Padre Samir ha pure scritto diversi libri, fra cui segnalo  “Cento domande sull’Islam”, edito da Marietti (Genova).

Per ricollegarci a questa petizione, Padre Samir ha detto che i politici dovrebbero informarsi meglio prima di accettare in nome della tolleranza le richieste di quei rappresentanti dell’Islam integralista  ( coloro cioè che applicano alla lettera il corano senza cercare di “interpretarlo” in chiave moderna) il cui scopo principale non è quello di aiutare i musulmani a integrarsi nella società occidentale bensì quello di proclamare la loro diversità, di “islamizzare” i musulmani europei e in pratica di “ghettizzarli”. Secondo Padre Samir bisogna essere in grado di distinguere ciò che fa parte della religione islamica da ciò che fa parte della tradizione, perché la tradizione non c’entra con la libertà di religione e, quand’anche c’entrasse, la precedenza va data al rispetto della Costituzione e delle leggi dello Stato, senza fare eccezioni per alcuno. Non bisogna insomma aver timore di passare per degli intolleranti difendendo questi sacrosanti concetti.

Fra le cose che fanno parte della religione islamica, sempre secondo Padre Samir, vi è il richiamo alla preghiera ( che in origine avveniva solo tre volte al giorno) ma non certo i minareti, che in origine erano delle torri utilizzate a scopi militari per avvistare il nemico . Per cui i minareti non c’entrano con la libertà di religione. E’ vero che alcuni dirigenti delle varie comunità islamiche svizzere (fra cui il direttore del centro islamico di Ginevra, Hani Ramadan – nipote del fondatore del movimento integralista dei Fratelli musulmani - lo stesso che nel 2002 fu sospeso dall’insegnamento nelle scuole per aver giustificato la lapidazione delle adultere in un articolo pubblicato su “Le Monde”) si sono affrettati a rilevare che i minareti non saranno utilizzati per la preghiera, ma Padre Samir, a una mia precisa domanda in tal senso, ha risposto “e allora perchè mai li vogliono costruire ?” e ha aggiunto che forse non li utilizzeranno all’inizio,  ma… sarà sempre così ?  Egli ha pure rilevato che in una società occidentale l’appello alla preghiera sarebbe una cosa impensabile, in quanto non conforme alle tradizioni di questa civiltà (da notare che, per motivi di quiete pubblica, in Arabia Saudita è vietato il richiamo alla preghiera con il megafono e in Egitto è proibito il primo appello mattutino, anche se nessuno rispetta questo divieto). Sempre secondo Padre Samir l’eventuale introduzione del “muezzin” in Occidente sarebbe considerato come un’offesa o come un’”aggressione”, anche perché il contenuto dell’appello alla preghiera – nel quale si ribadisce che non v’è altro Dio all’infuori di Allah e che Maometto è il suo profeta – sarebbe inaccettabile per una società laica.

Per concludere Padre Samir ha detto che al limite si potrebbe accettare la costruzione di piccole torrette ornamentali alte 2 o 3 metri e dunque piuttosto discrete, ma che in ogni caso andrebbe dapprima chiarito a livello costituzionale che tali costruzioni non potranno mai essere adoperate per il richiamo alla preghiera, “perché ciò va fatto subito e non quando sarà troppo tardi”.  Questa petizione porta dunque la mia firma ma in pratica è come se fosse stata suggerita da Padre Samir.

Infine quest’ultimo ha espresso la speranza che la riforma dell’Islam possa partire dai musulmani d’Europa, che hanno assimilato la cultura europea,  “perché da noi tale riforma non si farà mai, o almeno non nei prossimi 50 anni.. Ma finchè l’Occidente continuerà a ragionare in termini di tolleranza anziché  usare la ragione, non migliorerà nulla neppure in Europa “.  Parole già lette nel libro “La forza della ragione”, di Oriana Fallaci. Parole pronunciate da qualcuno che sa di cosa parla.

 

                                                  Distinti saluti                    Giorgio Ghiringhelli


 
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