Losone,
20
dicembre
2006
La
legge
del
branco
in
politica
E’
uscito
in
questi
giorni
il
terzo
volume
della
collana
“Storia
Medica
Ticinese”
dedicato
al
dr.
Giorgio
Morniroli,
il
primo
neurochirurgo
che
ha
operato
in
Ticino,
dove
a
partire
dagli
anni
’70
–
con
la
sua
porsche
gialla
–
correva
da
un
ospedale
all’altro
(allora
ve
n’erano
12),
praticamente
24
ore
su
24 e
7
giorni
alla
settimana
,
per
compiere
interventi
di
urgenza
che
nessun
altro
era
in
grado
di
fare,
eseguendo
in
24
anni
più
di
1'700
craniotomie
e
oltre
2'500
interventi
alla
colonna
vertebrale.
Il
libro
ripercorre
la
sua
lunga
carriera
di
medico,
di
neurochirurgo,
di
ricercatore,
di
ufficiale
medico
dell’esercito,
di
presidente
dell’Ordine
dei
medici
del
Canton
Ticino
e di
Consigliere
degli
Stati
(dal
1991
al
1995).
A
tal
proposito
nel
libro
è
riportata
una
lettera
pubblicata
sul
Corriere
del
Ticino
il
18
novembre
del
1999
nella
quale
il
dr.
Morniroli
spiegava
perché
fin
dai
primi
mesi
della
sua
elezione
decise
che
alla
scadenza
della
legislatura
non
si
sarebbe
più
ricandidato.
Scriveva
Morniroli
: “…E’
bene
informare
i
lettori
su
certi
meccanismi
perversi
del
nostro
Parlamento
:
devono
sapere
che
a
Berna
mandano
dei
personaggi
che
invece
di
valutare
il
contenuto
di
una
proposta,
la
giudicano
in
funzione
dell’etichetta
che
porta
sulla
fronte
chi
la
presenta
e
dunque
non
se
tale
proposta
è
nell’interesse
del
nostro
Paese.
Questa
è la
squallida
realtà.
Ben
presto
ho
capito
che
la
stragrande
maggioranza
dei
colleghi
del
Consiglio
degli
Stati
–
individualmente
persone
intelligenti,
squisite,
gentili
e
cordiali
–
integrate
in
un
contesto
di
gruppo,
subivano
le
leggi
del
branco,
consegnando
il
proprio
cervello
al
guardaroba
fino
al
termine
della
seduta.
Notoriamente
la
ragione
del
branco
è
predominare
su
quella
del
singolo
individuo,
degradandolo
al
classico
ruolo
dell’utile
idiota.
Molti
colleghi
fuori
dall’aula
si
scusavano
pure
con
delle
affermazioni
del
tipo
“hai
perfettamente
ragione,
sono
della
stessa
opinione,
ma
sai
il
partito…il
mio
consigliere
federale”…”.
E la
lettera
si
concludeva
citando
alcuni
episodi
di
sue
battaglie
perse
in
Parlamento
ma
vinte
in
votazione
popolare,
o di
sue
proposte
inizialmente
non
accolte
ma
poi
riproposte
anni
dopo
da
chi
magari
le
aveva
bocciate.
Soddisfazioni,
queste
ultime,
che
anch’io
mi
son
tolto
diverse
volte,
a
tal
punto
che
potrei
scrivere
un
libro
– e
forse
un
giorno
lo
farò
-
intitolato
“Io
l’avevo
detto…”.
Morniroli
ha
dipinto
benissimo
e
con
la
sua
consueta
franchezza
e
perspicacia
una
“malattia”
vigente
non
solo
nel
Parlamento
nazionale,
ma
anche
in
quelli
cantonali
e
comunali,
specie
laddove
la
partitocrazia
domina,
come
in
Ticino.
La
mia
esperienza
politica
,
seppur
in
scala
ridotta,
mi
ha
portato
alle
sue
stesse
conclusioni.
Già
nel
1997,
meno
di
un
anno
dopo
la
mia
elezione
in
Consiglio
comunale,
fui
trascinato
davanti
al
pretore
per
un
mio
giornaletto
satirico
nel
quale
puntavo
l’indice
contro
il
pecoronismo
imperante
nei
vari
gruppi
politici
e la
mancanza
di
un
vero
dialogo
fra
questi
gruppi.
Fui
assolto,
e
l’anno
successivo
decisi
di
creare
un
mio
movimento
politico
proprio
per
non
dover
mai
subire
o
far
subire
a
qualcuno
l’odiosa
legge
del
branco.
Ai
miei
colleghi
di
partito
ho
sempre
detto
che
devono
decidere
e
votare
con
la
loro
testa,
senza
alcuna
forma
di
dipendenza
o di
riguardo
verso
il
sottoscritto
o
verso
il
nostro
municipale
o
verso
altri.
Ma
ho
detto
pure
che
anche
loro
devono
attendersi
la
stessa
libertà
da
me,
senza
risentimenti
da
una
parte
o
dall’altra
in
caso
di
divergenze.
Sulla
questione
dei
rifiuti
a
Losone,
ad
esempio,
siamo
spaccati
al
nostro
interno
:
una
metà
è
favorevole
alla
tassa
sul
peso
e
l’altra
invece
è
favorevole
alla
tassa
sul
sacco;
ma
nessuno
del
mio
gruppo
se
l’è
presa
con
i
“dissidenti”
che
han
lanciato
un
referendum
contro
la
tassa
sul
peso
e
anche
se
siamo
su
due
fronti
contrapposti
siamo
tutti
rimasti
buoni
amici
e
anzi
ci
scherziamo
sopra
(altri
gruppi
invece
ne
fanno
una
“guerra
di
religione”).
Negli
altri
partiti,
a
parte
l’UDC,
tutti
i
consiglieri
sono
invece
stranamente
compatti
nel
difendere
in
modo
dogmatico
la
tassa
sul
peso.
Una
compattezza
che
non
rispecchia
certamente
quella
di
quei
cittadini
che
li
hanno
eletti
per
rappresentarli,
come
la
votazione
popolare
metterà
in
evidenza.E
allora
mi
chiedo
: la
legge
del
branco
ha
colpito
ancora
?
Giorgio
Ghiringhelli,
Losone