Giorgio Ghiringhelli
Losone, 30
novembre 2004
Via
Ubrio 62
6616
Losone
Alle redazioni
locarnesi dei tre
quotidiani
Egregi
redattori,
nella
mia qualità di
coordinatore del
Comitato per
l’aggregazione del
Circolo delle Isole
nonché di primo
firmatario della
petizione a suo tempo
lanciata a favore di
questa aggregazione vi
invio una lettera da
pubblicare nelle pagine
di cronaca
(rubrica
“dibattito” o
“l’opinione”) in
risposta alla lettera
del municipale asconese
Maurizio Checchi
pubblicata oggi dal
Corriere del Ticino e da
La Regione.
Cordiali saluti e
grazie
Giorgio
Ghiringhelli
“Studio e votazione
: chi li teme ?”
La
lettera inviata negli
scorsi giorni al
Consiglio di Stato dal
Comitato per
l’aggregazione del
Circolo delle Isole non
è piaciuta al municipale
asconese Maurizio
Checchi che , in una
lettera inviata ai
giornali, afferma di
avere preso atto “con un
certo disappunto” della
nostra presa di
posizione da lui
definita “di stizza” e
“saccente”.
Vorrei ricordare
che la petizione
lanciata un paio d’anni
fa dal movimento del
Guastafeste e ripresa
poi da un comitato
(presieduto da Luca
Realini ) composto da
otto cittadini dei
quattro Comuni
interessati, non
chiedeva al Consiglio di
Stato di fare “tout
court” una fusione bensì
di eseguire uno studio
di fattibilità cui,
secondo l’iter previsto
in casi del genere,
avrebbe
dovuto far seguito una
votazione consultiva.
Se abbiamo
scritto una lettera
al Consiglio di
Stato è perché ,dopo un
anno e mezzo , da
Bellinzona non ci è
ancora giunta alcuna
risposta.
In
base alla Legge sulle
aggregazioni dei Comuni
il Consiglio di Stato
deve avviare uno studio
di aggregazione entro
sei mesi da una
richiesta in tal senso
avanzata da uno o più
legislativi comunali, da
uno o più Municipi
oppure – come nel caso
in questione – da un
decimo di cittadini di
almeno due Comuni
interessati. Bene, dopo
aver dimostrato fin
troppa pazienza noi ci
siamo limitati a
sollecitare in tono
comprensibilmente
stizzito una risposta
che era nostro diritto
avere e
abbiamo fissato
al Consiglio di Stato un
termine (14 gennaio) per
avviare le procedure
previste dalla legge.
Cosa c’è
di saccente in tutto ciò
? Checchi
pone inoltre l’accento
sulle difficoltà
incontrate dai promotori
nella raccolta di firme.
E allora ? Ciò che conta
è il risultato finale ,
e alla fine la petizione
è stata sottoscritta dal
10,57 % dei cittadini di
Losone, dal 10,25 % di
quelli di Brissago, dal
10,91 % di quelli di
Ronco s/Ascona e dal
7,45 % di quelli di
Ascona. Checché ne dica
Checchi, dunque,
le condizioni
poste dalla legge sulle
aggregazioni
sono state
ossequiate visto
che la richiesta
è stata avanzata da un
decimo di cittadini di
ben tre Comuni (ne
bastavano due…) su
quattro .
Checchi
coglie poi l’occasione
per spiegare perché a
suo dire la fusione non
s’ha da fare. E’ però
prematuro entrare nel
merito del dibattito
prima di disporre dello
studio di fattibilità
che secondo lui è
inutile (magari perché
lo teme…) e secondo gli
827 firmatari della
petizione invece no.
Forse Checchi può
aver ragione quando
sostiene che non c’è
ancora un sufficiente
consenso popolare
all’aggregazione dei
quattro Comuni in
questione : ma come si
può affermarlo con
certezza ? Intanto
si cominci a fare quello
studio di fattibilità
che consentirà di
evidenziare vantaggi e
svantaggi. Poi , quando
i cittadini saranno
meglio informati, si
passerà alla votazione
consultiva. Solo a quel
momento si tireranno le
somme. In democrazia è
così che funziona. Negli
scorsi giorni il sindaco
di Lugano Giorgio
Giudici ha detto che le
“resistenze” incontrate
dai progetti di
aggregazione degli
agglomerati sono dettate
da “equilibri di
potere” e ha
aggiunto che
“probabilmente bisogna
muovere la popolazione
che forse è più pronta
di certi politici”.
Per l’appunto…
Giorgio
Ghiringhelli, Losone
|