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IL
MOVIMENTO POLITICO CHE
NON MOLLA MAI L'OSSO
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Losone, 22.8.2006 |
Replica di Ghiringhelli
ai Verdi sulla rottura
del possibile accordo
elettorale fra
Guastafeste e Verdi per
le elezioni cantonali
del 2007 |
Ho l’impressione che
qualcuno stia cercando
di far passare l’idea
che la rottura della
possibile alleanza
elettorale fra Verdi e
Guastafeste per le
prossime elezioni
cantonali sia dovuta a
qualche mio astio
personale contro Hassan
el Araby, l’ex-portavoce
della Comunità islamica
ticinese che i Verdi
intenderebbero candidare
per il Gran Consiglio.
Le cose non sono andate
così. Sono stati i
Verdi, nella persona del
loro coordinatore
Alessandro Boggian, a
comunicarmi che certe
mie prese di posizione
sull’islamizzazione
dell’Europa avrebbero
reso assai più difficile
una possibile alleanza
elettorale , e ciò anche
per il fatto che era
loro intenzione mettere
in lista el Araby. Al
che io mi sono limitato
a rispondere che per non
creare problemi al
loro interno ritiravo la
mia proposta di fare una
lista unica : proposta
che a quel momento era
comunque già compromessa
per volontà dei Verdi e
non mia. Come ho avuto
modo di ribadire lunedì
sera alla RSI, non ho
nulla di personale
contro Hassan el Araby,
e se l’ho tirato in
ballo nell’intervista
apparsa lunedì sul
Giornale del Popolo è
stato solo per esprimere
un certo stupore sul
fatto che i Verdi
rinunciassero a
un’alleanza con un
movimento che si era già
distinto in diverse
battaglie ecologiste e
che avrebbe potuto
portare parecchie
centinaia di voti alla
lista unica, e ciò per
non dispiacere a un
signore o agli esponenti
di una religione che non
mi risultava si fossero
mai contraddistinti per
battaglie ecologiste sul
nostro territorio. La
mia non era dunque una
critica al sig. el Araby,
che è libero di
candidarsi con chi
vuole, ma semmai alle
strane scelte dei Verdi.
Comprensibilmente questi
hanno replicato
con un comunicato nel
quale respingevano
seccamente “interferenze
e lezioni da chi non è
direttamente coinvolto
nelle vicende del nostro
partito”. Beh, io un po’
coinvolto lo sono visto
che a Losone, alle
ultime elezioni
comunali, avevo creato
una lista unica fra il
Guastafeste ed i Verdi
che – grazie
alla mia scelta di
optare per il Consiglio
comunale pur essendo
stato eletto anche in
Municipio - aveva
portato al mio posto un
“verde” nel Municipio
di un Comune importante
(cosa mai successa in 20
anni di presenza di
questo partito in
Ticino) . Però è vero
che i Verdi sono liberi
di scegliere le loro
strategie senza render
conto a nessuno :
saranno semmai i loro
elettori a giudicare. Ad
ogni modo anch’io sono
libero di chiarire la
mia posizione personale
in merito alla presenza
di el Araby fra i
candidati al Parlamento
cantonale. Boggian mi ha
scritto che el Araby è
una persona corretta,
giusta e buona. Non lo
metto in dubbio. Ma il
problema è un altro.
Come detto, le mie
perplessità non
riguardano la sua
persona bensì semmai
certe sue prese di
posizione. Nel loro
comunicato i Verdi
hanno sottolineato
l’operato di el Araby a
favore fra l’altro
dell’integrazione degli
stranieri in Ticino.
Su questo aspetto
avrei qualche dubbio
derivante da alcuni
interventi di
Hassam el Araby
pubblicati sul Giornale
del Popolo quando egli
era ancora
portavoce della Comunità
islamica ticinese (che
fra i suoi influenti
membri e fondatori conta
delle persone
dichiaratamente vicine
al potente e discusso
movimento dei Fratelli
Musulmani, fra cui il
padre dell’attuale
portavoce). E non ho
certo bisogno di
conoscere personalmente
l’autore di quegli
scritti per esprimere le
mie perplessità su di
lui e per avanzare
qualche dubbio sulla sua
idoneità a occuparsi
dell’integrazione degli
stranieri. Ad esempio,
quando lo scorso anno i
dirigenti del Festival
del film decisero di non
proiettare il film “Submission”,
che era stato la causa
del barbaro assassinio
del suo regista olandese
Theo van Gogh per mano
di una integralista
islamico (il film
denunciava lo stato di
sottomissione della
donna nell’Islam) ,
tale decisione venne
criticata da varie
esponenti della Comunità
islamica in Italia in
nome della libertà di
espressione . “Non
proiettarlo – disse ad
esempio la presidente
della Confederazione
delle associazioni della
comunità marocchina ,
Souad Sbai – sarebbe
come uccidere van Gogh
due volte”. Il barbuto
portavoce della Comunità
islamica ticinese,
invece, intervenendo sul
GdP del 16 aprile 2005
, non solo scrisse che
la direzione del
Festival avrebbe fatto
bene a dire “NO” fin da
subito ,“ in nome del
buon senso e dell’etica
della convivenza”, alla
richiesta di proiettare
il film, e non solo
respinse sdegnosamente
la denuncia contenuta
nel film sulla
sottomissione della
donna nella famiglia
islamica, ma non
espresse alcuna parola
di indignazione per la
sorte toccata al regista
olandese. Sempre
qualificandosi come
portavoce della Comunità
musulmana ticinese,
Hassan el Araby
intervenne poi ancora
sul GdP in data 4
febbraio 2006, non solo
per criticare il
contenuto secondo lui
“menzognero e blasfemo”
delle famose vignette
satiriche danesi e per
far notare che
nell’Islam vi è “il
divieto categorico di
raffigurare in alcun
modo i Profeti, men che
meno Maometto”, ma anche
per rimproverare ai
nostri telegiornali – i
quali nel riferire la
notizia avevano pure
mostrato alcune di
queste vignette -
di aver fatto questa
scelta con la scusa del
dovere di cronaca ma in
realtà nell’intento di
“far vedere ancora
queste immagini
offensive” che
“toccavano il sentimento
di 6'000 musulmani in
Ticino”. Come detto, el
Araby è sicuramente una
persona corretta, buona
e giusta, e se i Verdi
stravedono per lui
avranno bene i loro
6'000 motivi. Ma quando
mi dicono che lui opera
a favore
dell’integrazione degli
stranieri in Ticino… non
so perché ma sento
qualche brivido lungo la
schiena.
Giorgio Ghiringhelli,
Losone
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