di Giorgio Ghiringhelli


IL MOVIMENTO POLITICO CHE NON MOLLA MAI L'OSSO

Dopo aver bocciato una mozione del Guastafeste a protezione delle zone R2
(destinate ad abitazioni a 2 piani) il PLR si preoccupa per la salvaguardia delle zone R2...

Una recente interpellanza al Municipio, firmata del gruppo PLR nel Consiglio comunale di Losone, prende lo spunto dal «caso» edilizio che – ad Arcegno – riguarda un imponente progetto residenziale, sulle quali il CdT ha riferito nell'edizione del 12 giugno. Nel testo, ci si stupisce per le «costruzioni sempre più monolitiche che nulla hanno a che fare con il tessuto territoriale del nostro Comune, vuoi per errori di valutazione del PR da parte di Esecutivo e Legislativo, vuoi per errori interpretativi delle norme di attuazione». Il PLR dice che è necessario «compiere un passo indietro ed effettuare una nuova valutazione a sapere come vogliamo che Losone si sviluppi riferendoci al capitolo delle zone (R2-R5)».

 

Ebbene, a tal proposito avrei qualcosa da dire anch’io al PLR, e a tutti coloro che adesso si strappano i capelli per quel che sta succedendo ad Arcegno.

 

Il 16 giugno del 2007 avevo presentato una mozione intitolata «Ridurre le altezze delle costruzioni nelle zone R2 (dove ora si possono costruire 3 piani) per mantenerne la qualità ». Nel testo, ricordavo l’iter con cui il Municipio aveva proposto, a suo tempo, di aumentare l’indice di occupazione nelle zone R2 dal 30 al 40%, diminuendo nel contempo l’altezza massima alla gronda da 7.5 a 6.5 metri, così da evitare «costruzioni praticamente a 3 piani» in zone destinate ad abitazioni a due piani.  Quel saggio compromesso, tuttavia, venne snaturato dal Legislativo, che approvò l’aumento degli indici di occupazione lasciando però invariata la precedente altezza massima,  spianando così la strada agli appetiti degli speculatori edilizi. Con la mia mozione, proponevo per l’appunto  di correggere quell’errore, riducendo l’altezza alla gronda come aveva inizialmente proposto il Municipio. Nelle motivazioni scrivevo queste profetiche parole: «sarebbe ora che anche i legislatori comunali si rendessero conto che una parte delle responsabilità di determinate situazioni conflittuali è da ascrivere a Piani regolatori da loro approvati, i quali – più che salvaguardare la qualità degli insediamenti abitativi – sembrano perseguire la massima redditività ed il massimo sfruttamento del territorio, sia in altezza che in larghezza». Proprio ciò che sta accadendo ad Arcegno... Inoltre nella mozione rilevavo come – benché nel frattempo qualche bue fosse fuggito dalla stalla – “ la situazione in queste zone, fra le più ambite del Comune, non è ancora irrimediabilmente compromessa e c’è ancora molto da salvare a tutela della qualità di vita di chi ci abita”.

 

Orbene, la mia mozione venne preavvisata negativamente dal Municipio il 5 agosto 2008, e in seguito pure dalla Commissione del Piano regolatore (il rapporto contrario era stato firmato anche da Ivan Catarin, che adesso ha sottoscritto a nome del gruppo PLR l’interpellanza legata alla vicenda arcegnese). Poi, durante la seduta del Consiglio comunale del 1. dicembre scorso, la mozione è stata silurata con 2 soli voti favorevoli (entrambi del Guastafeste), 27 contrari e 1 astenuto (Guastafeste) .

 

Ecco che adesso anche il PLR, dopo aver bocciato all’unanimità la mia mozione meno di 7 mesi fa, si accorge che c’è qualcosa che non va nel nostro PR, e giustamente  (ma tardivamente) si preoccupa per le dimensioni notevoli di certi oggetti che vengono inseriti in zone R2 e R2 estensive. Ma tutto ciò è una conseguenza logica  del fatto di aver ampliato gli indici di occupazione in queste zone senza nel contempo diminuire le altezze. Così facendo, nelle zone R2 possono infatti sorgere piccoli mostri a 3 piani, che con le caratteristiche di una zona R2 hanno poco da dividere e che rovinano la qualità della vita di queste zone pregiate, finendo  magari – alla lunga – col far diminuire anche  il loro valore venale.

 

Se la mia mozione fosse stata accolta ancora nel 2007, quando l’avevo presentata, portando dunque l’altezza massima alla gronda in zona R2 a 6,50 metri – ossia tale da poter costruire solo 2 piani più una mansarda – sarebbe forse stato tecnicamente impossibile progettare due monoliti per 18 appartamenti (!) come quelli previsti ad Arcegno. Ora è un po’ tardi per piangere sul latte versato, quindi ciascuno si faccia un esame di coscienza e si assuma le proprie responsabilità.

Giorgio Ghiringhelli


 
Return To Top