Losone, 13 settembre
2006
Censimento del
2010 senza più
religioni? Gatta ci
cova…
Su un quotidiano
ticinese del 1 ottobre
2005 vi era una notizia
che ai più sarà
certamente sfuggita.
Nell’articolo si diceva
che i Cantoni si
opponevano al progetto
di censimento 2010 posto
in consultazione
dall'Ufficio federale di
statistica. In
particolare si leggeva
che "i Cantoni criticano
il fatto che la
Confederazione voglia
risparmiare a scapito
della qualità delle
informazioni in settori
importanti come la
RELIGIONE, le lingue, la
formazione, l'impiego e
la mobilità",
interrompendo così la
costituzione di un
patrimonio statistico
tenuto aggiornato da
150 anni. In pratica
,dunque, si vorrebbe in
futuro evitare di
conteggiare quanti sono
gli appartenenti all'una
o all'altra religione.
Grazie al censimento
del 2000 era emerso ad
esempio che
ufficialmente ( senza
contare gli abitanti
“non ufficiali”) in
Svizzera vi erano ben
310'000 musulmani (pari
al 4,5 % :
suppergiù come la
popolazione del Ticino)
e 17'000 ebrei. Ebbene,
se le nuove disposizioni
dovessero entrare in
vigore , in futuro non
sarebbe più possibile
disporre di simili
interessanti dati e
soprattutto non sarebbe
più possibile seguire
l’evoluzione del numero
di appartenenti delle
varie religioni e il
loro tasso di crescita.
Perché mai un siffatto
dietrofront ? Chissà,
forse c’è qualche
collegamento con quanto
avvenuto nell’autunno
del 2004, quando il
"Comitato contro le
naturalizzazioni di
massa" (con sede nel
Canton Zurigo) si beccò
17 denunce penali per
discriminazione razziale
(tutte in seguito
archiviate dalla Procura
pubblica) perchè,
nell'imminenza delle
votazioni federali sulla
naturalizzazione
facilitata per la
seconda generazione
e sulla naturalizzazione
automatica della terza
generazione ,
aveva pubblicato sui
giornali delle
inserzioni nelle quali
si metteva in guardia
contro un'
"islamizzazione della
Svizzera". In quelle
inserzioni si riportava
un grafico con delle
proiezioni (che, va
detto, erano ritenute
senza alcun fondamento
scientifico da chi le
contestava) dalle quali
risultava che la
percentuale di musulmani
in Svizzera sarebbe
salita al 9% nel 2010,
al 18% nel 2020, al 36%
nel 2030 e al 72% nel
2040. Queste proiezioni
furono contestate e
definite "assurde"
dall’allora presidente
della Commissione
federale contro il
razzismo, Francis
Matthey, secondo il
quale esse generavano
"un'atmosfera pericolosa
" e minacciavano la pace
sociale nel Paese. E'
dunque chiaro che se il
dato statistico sulla
religione non sarà più
rilevato, non si
potrà più sapere chi fra
i due “litiganti” aveva
ragione ( se nel 2010 in
Svizzera ci saranno
675'000 islamici, cosa
tutt’altro che
improbabile visto che
già attualmente sembra
che ve ne siano attorno
al mezzo milione, la
prima di quelle
contestate proiezioni si
rivelerebbe azzeccata…),
e si può anche avere il
legittimo sospetto che
la proposta di togliere
la religione dalle
statistiche non sia
stata fatta solo per
risparmiare bensì anche
e forse soprattutto per
nascondere alla
popolazione qualche
scomoda verità…
Giorgio Ghiringhelli,
Losone