di Giorgio Ghiringhelli


IL MOVIMENTO POLITICO CHE NON MOLLA MAI L'OSSO


                                                                               Losone, 13 ottobre 2010

 

Vietare il burqa prima che si diffonda

 

 

Probabilmente nella sessione di novembre il Gran Consiglio sarà chiamato a decidere sulla mia petizione antiburqa , firmata da quasi 3'000 persone, che chiede di introdurre il divieto di circolare negli spazi pubblici e privati aperti al pubblico con indumenti che nascondano totalmente o parzialmente il viso.

 A tal proposito qualcuno ha già avuto modo di dire che è inutile legiferare su un problema che in Ticino non c’è . Non c’è ? Una signora che conosco mi ha riferito che domenica 26 settembre, al mercatino di Melide, vi era una coppia giovane con una bambina di circa 4 anni e la mamma tutta coperta di nero da capo a piedi : si vedevano solo gli occhi (niqab) e le scarpe da ginnastica. E quella signora ha aggiunto : “si comincia con una e poi....”

E’ proprio così. Anche in Francia, ad esempio, dove si calcola che le donne che circolano in burqa  sono almeno 2'000, si era cominciato con una. Ora il Parlamento francese, su proposta di un deputato comunista, ha detto “basta!” e ha introdotto il divieto. In altri Paesi europei, fra cui l’Italia , il Belgio e l’Olanda, si sta andando nella medesima direzione.  Perché mai in Ticino si dovrebbe attendere che i buoi siano usciti dalla stalla prima di intervenire ?

A Drancy, cittadina francese a nord di Parigi, vi è un imam moderato e moderno , Hassen Chalgoumi, presidente della Confederazione degli imam di Francia, che deve girare sotto scorta di polizia per essersi espresso a favore della legge antiburqa, indumento da lui ritenuto “un pezzo di stoffa indegno dell’Islam”. Nell’edizione del 9 ottobre scorso il quotidiano “La Regione” ha dedicato un’intera pagina a questo coraggioso imam, il quale ha detto fra l’altro che le donne che indossano il burqa e altri indumenti che nascondono il viso “sono facili prede di sette”,  e ha aggiunto “nessun testo coranico prescrive il burqa ;  ma é anche una questione di sicurezza : in una scuola di 400 bambini, come faccio ad affidare un ragazzino a una madre col velo integrale che viene a prenderlo ? Potrebbe essere chiunque”.  E a chi gli ha fatto presente che in Francia dopotutto vi sono “solo” 2'000 donne con il burqa, ha risposto “questa battaglia vale la pena anche per una donna sola”.

Da noi v’è invece chi , cadendo nel tranello della tolleranza e della libertà individuale a tutti i costi , si oppone a un divieto generalizzato  o  si illude che sia possibile contrastare l’uso del burqa con semplici azioni di convincimento . Altri cercano di schivare l’oliva sostenendo che a livello federale c’è già una legge per la salvaguardia della sicurezza interna che regola la materia. Ah sì ? E allora che ci faceva la donna di cui si vedevano solo gli occhi al mercatino di Melide ? E perché è stata lasciata circolare impunemente ? La verità é che in nessuno dei 32 articoli della legge in questione è contenuto un qualsiasi divieto di circolare con il volto totalmente o parzialmente coperto . Quindi se una persona in burqa volesse ad esempio seguire i lavori del Gran Consiglio dalle tribune riservate al pubblico , sarebbe un po’ problematico vietarglielo per motivi di sicurezza in mancanza di una disposizione specifica.

L’art. 4 della suddetta legge federale sancisce per contro che “della sicurezza interna del proprio territorio è responsabile in primo luogo ogni singolo Cantone”. E allora avanti con una bella legge specifica in Ticino, sul modello di quella appena approvata in Francia, che non lasci spazi a dubbi e che risolva il problema alla radice evitando una altrimenti scontata diffusione del burqa o del niqab anche dalle nostre parti. Nell’interesse stesso dei musulmani moderati o non praticanti, che da noi per ora sono fortunatamente  la gran maggioranza, occorre far capire agli integralisti islamici intenzionati a trasferirsi in Ticino,  e a usare le donne velate come una divisa visibile a tutti a puro scopo di propaganda e di proselitismo,  che non sono persone gradite e che questo è un Paese inospitale per loro.

 

                                                   Giorgio Ghiringhelli , Losone

                           (promotore della petizione al Gran Consiglio contro il burqa)