di Giorgio Ghiringhelli


IL MOVIMENTO POLITICO CHE NON MOLLA MAI L'OSSO

 

Losone, 3 febbraio 2015

 

La Regione calpesta la libertà di espressione

 

 

Lo scorso 17 gennaio il presidente della sezione ticinese dell’Unione democratica federale, nonché candidato per la Destra alle prossime elezioni cantonali, aveva inviato alla redazione de La Regione una  doverosa e più che condivisibile lettera in risposta a un editoriale di Erminio Ferrari , intitolato “in nome di quale Dio” apparso sul quotidiano il 9 gennaio. Editoriale nel quale si facevano similitudini sballate  e tendenziose fra le pagine di violenza contenute nell’Antico Testamento e quelle contenute nel Corano.  

 

Il 3 febbraio, dato che la lettera non era ancora stata pubblicata,  Pellegrini ha scritto al direttore Matteo Caratti sollecitandone la pubblicazione. Ed ecco qui sotto la sconcertante risposta del direttore, il quale ha probabilmente già dimenticato che pochi giorni fa – dopo il tragico attentato di Parigi al Charlie-hebdo - milioni di persone erano scese in piazza a difesa della libertà di espressione. Una libertà che, quando c’è di mezzo l’Islam , la Regione calpesta spesso e volentieri.

 

Oltre alla scandalosa risposta di Caratti, pubblichiamo ovviamente anche la lettera di Pellegrini che è stata censurata.

                                                                                  Giorgio Ghiringhelli

 

 

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Da: Matteo Caratti <matteo.caratti@laregione.ch>
Data: martedì, 3 febbraio 2015 11:16
A: Edo Pellegrini <
edo.pellegrini@sunrise.ch>
Cc: Prisca Colombini <
prisca.colombini@laregione.ch>, <info@laregione.ch>
Oggetto: Re: Articolo per "La Regione"

 

Egregio signor Pellegrini,

 

chi si occupa di comunicare ai lettori il seguito di un determinato contributo, ossia il nostro segretariato di Bellinzona, avrebbe dovuto farle sapere che non è stato dato seguito al suo invio perché contiene riferimenti al corano ad uso politico.

 

Sa, dai libri sacri (non solo dal corano evidentemente) ciascuno può togliere tanti passaggi e usarli come meglio crede, per provare tutto e il suo contrario.

 

Cordiali saluti, 

 

laRegioneTicino

Matteo Caratti, direttore

Via Ghiringhelli 9

CH-6500 Bellinzona

Tel. diretto +41 91 821 11 34

Fax direzione +41 91 821 11 28

matteo.caratti@laregione.ch

www.laregione.ch

 

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                                                                                          17 gennaio 2015

 

In nome di Dio?

 

Trovo generalmente interessanti e condivisibili gli scritti di Erminio Ferrari. Stavolta però no, non sono d’accordo: in riferimento agli attentati in Francia, sotto il titolo “In nome di quale Dio” il suo editoriale su “La Regione” di venerdì 9 gennaio esordisce così: Prendiamo l’Antico Testamento: vi si trovano pagine che grondano sangue e compiacimento per le stragi e lo strazio fatto del corpo dei nemici. Almeno questo andrebbe ricordato a politici e commentatori che indicano nel Corano l’esclusiva ispirazione, il manuale di macelleria che arma la mano degli assassini in nome di Dio. Forse la loro (dei primi e dei secondi) è ignoranza; forse malafede; forse sono le due cose insieme. E uguale il risultato: maledire l’altrui dio e invocare il proprio per giustificare un odio sul quale rifondare un’identità smarrita o minacciata”.

 

Eh, no! Non è né malafede, né ignoranza. C’è un’abissale differenza fra Bibbia e Corano. Il Corano contiene molteplici inviti alla violenza e  all’uccisione degli infedeli. Qualche esempio?  Sura 9:30 in riferimento a coloro che credono che il Messia sia figlio di Dio: "Li annienti Allah"; Sura 2:191 in riferimento a chi combatte l’Islam: “Uccideteli ovunque li incontriate…”; Sura 9:5 riferendosi ai politeisti (fra i quali ci saremmo anche noi Cristiani perché crediamo nella Trinità): “uccidete questi associatori ovunque li incontriate”. E potrei continuare.

 

Il Corano non è cambiato da quando è stato scritto: questi “inviti” sono sempre validi, per cui i terroristi islamici possono tranquillamente giustificare, come effettivamente fanno, le loro carneficine in nome di Allah.

 

 Al contrario noi Cristiani, invece, oltre al Vecchio, abbiamo anche il Nuovo Testamento che, nonostante sia di qualche secolo più antico del Corano, invita a porgere l’altra guancia e non contiene alcuna esortazione alla violenza e tantomeno all’omicidio. Certo non tutti porgono l’altra guancia, ma la differenza è tutt’altro che trascurabile: non ci potrebbero essere “terroristi cristiani” che commettano stragi al grido “Dio è grande!” giustificandosi con le Sacre scritture!

 

In un precedente editoriale Erminio Ferrari, in riferimento a quanto accede in Medio Oriente scriveva: “Guerra di Islam contro Islam, ma anche di un certo Islam contro un non meglio definito Occidente. Teatro dello scontro non sono in questo caso i soli deserti siro-iracheni …. ma, potenzialmente, tutti i Paesi ove vi sia una cospicua comunità musulmana. L’Europa ne sa qualcosa, ma non abbastanza.” È cinico dirlo, ma ora, credo e spero, ne sappiamo e ne abbiamo abbastanza!

 

Edo Pellegrini, candidato “La Destra” al CdS e al Gran Consiglio