Losone, 3 gennaio 2015
“Vittorie e sconfitte della
Fratellanza Musulmana”
Un lavoro di maturità di
Fabio Käppeli, presidente di
GLRT
Su gentile concessione del
suo autore, il diciannovenne
bellinzonese Fabio Käppeli
(dal novembre 2014
presidente di Gioventù
liberale radicale ticinese),
ho chiesto e ottenuto di
pubblicare il suo lavoro di
maturità presentato al Liceo
cantonale di Bellinzona
(anno scolastico 2013-2014)
intitolato “Vittorie
e sconfitte della
Fratellanza Musulmana”,
il movimento islamista
fondato in Egitto nel 1928
da Hassan al-Banna (nonno
dello svizzero Tariq
Ramadan) , e che dopo aver
raggiunto democraticamente
il potere nel giugno del
2012 con l’elezione alla
presidenza di Mohamed Mursi
(leader del partito Libertà
e Giustizia, in pratica
un’emanazione dei Fratelli
Musulmani) , lo ha perso già
nel luglio del 2013 con la
deposizione chiesta a furor
di popolo del presidente da
parte del generale al-Sisi,
il quale ha poi messo al
bando la Fratellanza
Musulmana dichiarandola
fuorilegge e imprigionando
diversi suoi leader.
Insomma, con un lavoro
capillare e
certosino di
reislamizzazione della
società egiziana , i
Fratelli Musulmani ci hanno
messo 84 anni per
raggiungere l’agognato
potere e poi a causa della
loro incapacità a gestirlo
in modo democratico e
nell’interesse di tutti gli
egiziani , ci hanno messo un
solo anno per perderlo e per
deludere milioni di propri
sostenitori. Come sono stati
possibili una simile lenta
ma costante ascesa e un
simile rapido declino ?
L’impegnativo e
documentatissimo lavoro di
ricerca
di Fabio Käppeli , da
cui traspare la sua passione
per la politica, il diritto
e la storia,
lo spiega molto bene.
Pregevole è il suo
tentativo di capire chi sono
veramente i Fratelli
Musulmani e a cosa hanno
dovuto il loro successo .
Consiglierei a molti
politici e giornalisti di
leggere quest’opera, che ha
vinto il premio di “miglior
lavoro di Maturità”
nell’ambito delle scienze
umane.
Per sua scelta l’autore
dello studio si è limitato a
studiare l’evoluzione del
movimento islamista laddove
esso è nato e cresciuto, e
cioè in Egitto, che ,con i
suoi 80 milioni di abitanti,
è
lo Stato più popoloso
del mondo arabo.
Il lavoro di maturità
ha dunque dei comprensibili
limiti geografici imposti
dal tema e dagli obiettivi
di uno studio scolastico. Ma
, lo dico per chi è poco
interessato a quanto avviene
in Egitto,
sarebbe un errore
pensare che la storia dei
Fratelli musulmani
riguardi una realtà e
un mondo lontano da noi e
che dunque non ci tocca più
di quel tanto.
E a questo punto mi stacco
dal lavoro di Käppeli per
esporre l’idea che , dopo
dieci anni di letture
dedicate a questo tema, mi
son fatto della presenza dei
Fratelli musulmani in
Europa.
Una setta ben radicata in
Europa, Svizzera e Ticino
La Confraternita dei
Fratelli Musulmani, che per
me è una vera e propria
setta , la quale come tutte
le sette alimenta il
fanatismo praticando il
lavaggio del cervello dei
propri adepti, è ben diffusa
a livello mondiale, e non
solo
nei 58 Paesi
musulmani ma anche in Paesi
di altre civiltà e
specialmente in Europa, e
dunque anche in Svizzera
(dove il segretario nonché
genero del fondatore, Said
Ramadan , era sbarcato in
veste di esule una
cinquantina di anni fa,
contribuendo alla
costruzione della prima
moschea europea per
musulmani ex-nazisti a
Monaco di Baviera e fondando
in seguito il Centro
islamico di Ginevra)
e perfino in Ticino,
dove alcuni suoi alti
esponenti
avevano fondato anni
fa la Comunità islamica
ticinese. Fra questi
esponenti vi era il
banchiere egiziano Youssef
Nada, il cui nome ( assieme
a quello del suo socio in
affari e già presidente
della Comunità islamica
ticinese, il siriano Ali
Ghaleb Himmat) dopo
l’attentato dell’11
settembre era stato inserito
a torto o a ragione
dal Consiglio di sicurezza
dell’ONU nella lista nera
dei sospetti fiancheggiatori
e finanziatori del
terrorismo islamico.
Proprio Youssef Nada si era
proclamato una sorta di
Ministro delle finanze
all’estero dei Fratelli
Musulmani, e proprio nel
corso di una perquisizione
nella sua abitazione di
Campione d’Italia la polizia
aveva trovato un fascicolo,
intitolato “Il progetto”,
che
- come ha scritto il
giornalista romando Sylvain
Besson nel suo libro “La
Conquête de l’Occident”-
descriveva la
strategia per portare la
Fratellanza musulmana alla
conquista del mondo
occidentale, tramite gli
stessi metodi basati su
tempi lunghi che avevano
consentito di imporsi in
Egitto :
in particolare grazie
alla reislamizzazione dei
musulmani ( impedendo la
loro integrazione nella
società occidentale, a
cominciare dalle donne
velate utilizzate anche a
fini di proselitismo) e
grazie alla
propaganda , agli aiuti
sociali elargiti ai più
deboli , a una fitta rete di
associazioni organizzate in
modo gerarchico,
all’apertura di migliaia di
moschee e centri islamici
utilizzati non solo per la
preghiera ma per il
reclutamento e
l’indottrinamento degli
adepti, ecc.
Su questo sito gli
interessati potranno trovare
diversi miei articoli
scritti negli ultimi dieci
anni, e pubblicati pure sui
giornali, nei quali cercavo
di mettere in guardia sui
pericoli costituiti dalla
massiccia presenza in Europa
della Fratellanza musulmana,
ben foraggiata dai ricchi
sceicchi del Golfo. In
alcuni di questi articoli
raccontavo anche la storia
dell’espansione di questa
setta in Ticino, citando
nomi, date e fatti.
Da questo punto di vista ,
malgrado i suoi limiti
geografici, il lavoro di
maturità di Fabio Käppeli è
molto utile, perché
i metodi da lui
descritti
usati dai Fratelli
Musulmani per conquistare il
potere in Egitto,
sono praticamente gli
stessi che – se nessuno
interviene a impedirlo -
consentiranno loro sulla
lunga distanza
di conquistare il
potere anche in diversi
Stati o regioni d’Europa e
di espandere in Occidente
quel Califfato islamico che
rappresenta il traguardo
finale degli islamisti e che
alcune decine di migliaia di
fanatici dell’ISIS,
con l’aiuto anche di
migliaia di giovani
musulmani nati e cresciuti
in Europa, stanno tentando
di costituire nel Medio
Oriente e nel Nord Africa a
partire dalla Siria e
dall’Iraq. Leggere lo studio
di Käppeli può dunque
aiutare, se la Storia
insegna qualcosa,
ad aprire gli occhi
su un pericolo che dalle
nostre parti (specie in
Svizzera) è ampiamente
sottovalutato.
Mettere fuorilegge in Europa
i Fratelli Musulmani ?
Che fare allora per impedire
alla Fratellanza Musulmana
di replicare in Europa il
successo, per ora
provvisoriamente
rientrato,
ottenuto in Egitto ,
e di espandere un’ideologia
che – con l’applicazione
letterale del Corano
predicata da essi – è
potenzialmente ancor più
pericolosa (perché fondata
su una religione)
delle ideologie
totalitarie che nel secolo
scorso hanno già causato
decine di milioni di morti
nel nostro Continente ?
Una possibile soluzione ci
viene guarda caso proprio
dal Paese che meglio conosce
i Fratelli Musulmani, cioè
l’Egitto,
dove questo movimento
(come già era successo in
passato,
sotto il regime di
Nasser) da un annetto è
stato dichiarato fuorilegge
. Seguire questo esempio
significherebbe espellere
dall’Europa centinaia di
migliaia di islamisti e
chiudere migliaia di moschee
gestite dai Fratelli
musulmani e dai loro ancor
più fanatici “cugini”
salafiti. Sarebbero
accettabili, in una società
democratica, delle misure
poco democratiche per
difendere la
democrazia da un
mortale pericolo ? Bella
domanda : se se la fossero
posta i tedeschi
un’ottantina di anni fa
forse i nazisti non
avrebbero conquistato il
potere in Germania … La
posta in gioco è certamente
molto alta e meriterebbe
qualche riflessione da parte
dei politici e dei Governi
dell’Unione europea, che
però – a mio avviso in modo
irresponsabile – anziché
correre ai ripari sembrano
più occupati a fare affari
con gli sceicchi del
petrolio che stanno piano
piano diventando padroni
dell’Europa comprando come
al Monopoli terreni, stabili
, banche , mass media,
compagnie aeree e
società.
Purtroppo in questo periodo
storico chi lancia l’allarme
e propone interventi
drastici contro
l’islamizzazione dell’Europa
rischia di essere
etichettato di razzista e,
nel migliore dei
casi, di fanatico
islamofobo.
Ma i Popoli europei,
meglio dei politici, hanno
capito da che parte stanno i
veri razzisti, i nemici
dell’Occidente, e in un
prossimo futuro il vento
potrebbe cambiare, magari
sotto la spinta di
rivolte popolari a
seguito di qualche attentato
terroristico .
E’ da anni, ad
esempio, che
l’europarlamentare italiano
Magdi Allam,
musulmano arabo di origini
egiziane convertitosi
qualche anno fa al
cristianesimo, si sforza di
far aprire gli occhi agli
europei – con libri,
conferenze
e articoli sui
giornali -
sui pericoli per la
democrazia occidentale
causati dagli islamisti e in
particolare dai Fratelli
Musulmani.
In un articolo pubblicato il
19 agosto del 2013 su “il
Giornale.it” (versione
online del giornale fondato
da Indro Montanelli) egli
aveva esplicitamente chiesto
che
“in Italia, in Europa e nel
mondo libero vengano
dichiarati fuorilegge i
Fratelli Musulmani” e
che “si
condanni universalmente la
sharia, la legge coranica,
come crimine contro
l’umanità (…) in quanto
fisiologicamente
incompatibile con i diritti
inalienabili alla vita, alla
dignità e alla libertà di
noi tutti”. A suo dire
quanto successo in Egitto ma
anche in Siria, in Libano,
in Iraq, in Libia e in
Tunisia dimostra
“senza ombra di dubbio che i
Fratelli Musulmani non sono
un partito democratico bensì
un movimento totalitario,
paragonabile al nazismo e al
comunismo, che
all’occorrenza pratica il
terrorismo attraverso il suo
braccio armato alla stregua
di Al Quaida e dei Jihadisti
(…) Non sono io che voglio
la guerra di religione : la
guerra per l’avvento del
nuovo Califfato islamico è
già stata scatenata dai
terroristi islamici contro i
cristiani e i musulmani che
non si sottomettono al
totalitarismo dei Fratelli
Musulmani, allo strapotere
delle moschee e alla
violenza della sharia”.
Parole che , pronunciate da
un ex-musulmano che conosce
bene la materia,
fanno riflettere…
E del resto, come dargli
torto considerando anche che
il motto della Fratellanza
musulmana coniato dal suo
fondatore è :
” Dio è il nostro obiettivo.
Il Profeta è il nostro capo.
Il Corano è la nostra legge.
Il jihad è la nostra via.
Morire nella via di Dio è la
nostra suprema speranza (in
inglese : “…is the highest
of our aspirations”) ”.
Non è forse un inno
al martirio per la guerra
santa ?
Giorgio Ghiringhelli
di Giorgio
Ghiringhelli
IL
LAVORO DI MATURITÀ
DI FABIO KAEPPELI
pdf
.