di Giorgio Ghiringhelli


IL MOVIMENTO POLITICO CHE NON MOLLA MAI L'OSSO


                                                                                                         Losone, 22 settembre 2013

 

Burqa : un voto storico per il Ticino e per la Svizzera

 

A nome del comitato desidero ringraziare tutti coloro che, andando a votare, hanno compiuto il loro dovere di cittadini e ( visto che questa votazione farà il giro del mondo) hanno propagandato ovunque quella peculiarità tutta svizzera che è la democrazia diretta.

E’ stato un voto storico per il Ticino, perché ha modificato la Costituzione cantonale; ma è stato un voto destinato a far storia anche in Svizzera e all’estero, dove forse l’esempio ticinese si propagherà a macchia d’olio a dimostrazione del fatto che questa votazione, considerata una perdita di tempo e di denaro dagli avversari, non è stata inutile.

La vittoria dell’iniziativa  non era per nulla scontata ed è perciò ancor più significativa, visto che avevamo contro  il Governo, il Parlamento, il Coordinamento delle donne di Sinistra, l’associazione dei liberi pensatori , Amnesty International, le varie commissioni contro il razzismo e per le pari opportunità e perfino il vescovo, e considerata l’antidemocratica e vergognosa  censura e denigrazione praticata nei nostri confronti dal quotidiano La Regione e dal settimanale Il Caffè.

Dopo tutto l’impegno profuso in questa battaglia a salvaguardia della libertà e della dignità di tutti,  grande è ovviamente la nostra soddisfazione nel vedere che il Popolo sovrano, seguendo la nostra indicazione di voto, ha accolto sia l’iniziativa e sia il controprogetto esprimendo però una netta preferenza per la prima, e cioè per l’inserimento del divieto di dissimulare il volto in pubblico nella Costituzione anziché in una semplice legge.

I grandi perdenti di questa votazione sono stati i fautori del doppio NO ( specie certe donne dell’area rosso-verde), che si sono battuti per difendere l’indifendibile, cercando di fare del burqa un simbolo di libertà. Invece il Popolo ha detto chiaramente che il burqa é un simbolo dell’oppressione della donna da parte degli estremisti islamisti, un simbolo contrario all’uguaglianza dei sessi e all’integrazione, un simbolo che lede la dignità di tutti, uomini e donne.

Il Popolo ha così voluto dare un chiaro segnale ai fondamentalisti islamici, ben presenti anche in Ticino e in Svizzera, dicendo loro che in questo Paese chi vuole integrarsi è bene accolto indipendentemente dalla sua religione ,  ma chi respinge i nostri valori e mira a creare una società parallela basata su leggi religiose e mirante a sovrapporsi alla nostra,  non è il benvenuto.

 Ne prendano nota soprattutto quei partiti, quei politici , quei giornalisti e quelle commissioni che per buonismo, ignoranza o questioni ideologiche continuano a negare l’esistenza del problema , non accorgendosi che con la politica dello struzzo fomentano  l’insorgere di sentimenti xenofobi. 

E ne prendano buona nota  quei rappresentanti del Popolo in Gran Consiglio che, pur sostenendo il divieto di dissimulare il volto, in nome del “politicamente corretto”  hanno impostato il discorso solo sulla sicurezza , evitando qualsiasi collegamento con il fondamentalismo islamico.

Ora la modifica della Costituzione cantonale dovrà passare al vaglio dell’Assemblea federale, chiamata a concedere la Garanzia federale, ed è presumibile che anche in quella sede vi sarà una battaglia di tipo ideologico da parte soprattutto delle forze cosiddette progressiste. Del resto quello di portare il dibattito sul burqa a livello nazionale era uno dei nostro obiettivi dichiarati .

                                                             Per il comitato promotore : Giorgio Ghiringhelli