Losone,
22 settembre 2013
Burqa : un voto storico per il
Ticino e per la Svizzera
A nome del comitato desidero
ringraziare tutti coloro
che, andando a votare, hanno
compiuto il loro dovere di
cittadini e ( visto che
questa votazione farà il
giro del mondo) hanno
propagandato ovunque quella
peculiarità tutta svizzera
che è la democrazia diretta.
E’ stato un
voto storico
per il Ticino, perché ha
modificato la Costituzione
cantonale; ma è stato un
voto destinato a
far storia anche in Svizzera e all’estero, dove forse l’esempio
ticinese si propagherà a
macchia d’olio a
dimostrazione del fatto che
questa votazione,
considerata una perdita di
tempo e di denaro dagli
avversari, non è stata
inutile.
La vittoria dell’iniziativa
non era per nulla
scontata ed è perciò ancor
più significativa, visto che
avevamo contro
il Governo, il
Parlamento, il Coordinamento
delle donne di Sinistra,
l’associazione dei liberi
pensatori , Amnesty
International, le varie
commissioni contro il
razzismo e per le pari
opportunità e perfino il
vescovo, e considerata
l’antidemocratica e
vergognosa
censura e
denigrazione praticata nei
nostri confronti dal
quotidiano La Regione e dal
settimanale Il Caffè.
Dopo tutto l’impegno profuso
in questa battaglia a
salvaguardia della libertà e
della dignità di tutti,
grande è ovviamente
la nostra soddisfazione nel
vedere che il Popolo
sovrano, seguendo la nostra
indicazione di voto,
ha accolto sia l’iniziativa
e sia il controprogetto
esprimendo però una netta
preferenza per la prima,
e cioè per l’inserimento del
divieto di dissimulare il
volto in pubblico nella
Costituzione anziché in una
semplice legge.
I grandi perdenti di questa votazione
sono stati i fautori del
doppio NO (
specie certe donne dell’area
rosso-verde), che si sono
battuti per difendere
l’indifendibile, cercando di
fare del burqa un simbolo di
libertà. Invece il Popolo ha
detto chiaramente che il
burqa é un simbolo
dell’oppressione della donna
da parte degli estremisti
islamisti, un simbolo
contrario all’uguaglianza
dei sessi e
all’integrazione, un simbolo
che lede la dignità di
tutti, uomini e donne.
Il Popolo ha così voluto
dare un
chiaro segnale ai
fondamentalisti islamici,
ben presenti anche in Ticino
e in Svizzera, dicendo loro
che in questo Paese chi
vuole integrarsi è bene
accolto indipendentemente
dalla sua religione ,
ma chi respinge i
nostri valori e mira a
creare una società parallela
basata su leggi religiose e
mirante a sovrapporsi alla
nostra,
non è il benvenuto.
Ne prendano nota
soprattutto quei partiti,
quei politici , quei
giornalisti e quelle
commissioni che per
buonismo, ignoranza o
questioni ideologiche
continuano a negare
l’esistenza del problema ,
non accorgendosi che con la
politica dello struzzo
fomentano
l’insorgere di
sentimenti xenofobi.
E ne prendano buona nota
quei rappresentanti
del Popolo in Gran Consiglio
che, pur sostenendo il
divieto di dissimulare il
volto, in nome del
“politicamente corretto”
hanno impostato il
discorso solo sulla
sicurezza , evitando
qualsiasi collegamento con
il fondamentalismo islamico.
Ora la modifica della
Costituzione cantonale dovrà
passare al vaglio
dell’Assemblea federale,
chiamata a concedere la
Garanzia federale, ed è
presumibile che anche in
quella sede vi sarà una
battaglia di tipo ideologico
da parte soprattutto delle
forze cosiddette
progressiste. Del resto
quello di portare il
dibattito sul burqa a
livello nazionale era uno
dei nostro obiettivi
dichiarati .
Per
il comitato promotore :
Giorgio Ghiringhelli |